LA LOTTA DISPERATA DI ROBERTA

Storie di donne straordinarie, storie di donne coraggiose. Storie di donne che lottano.Storie di donne che non si arrendono.

E’ proprio il caso di Roberta Giulia Mezzasalma una donna dal temperamento carismatico, dalla forza d’animo irrefrenabile e dall’impeto battagliero.

Oggi ho avuto l’immenso piacere di conoscere e apprezzare la personalità di Roberta. Ho ascoltato la sua vicenda in un bar di Vittoria, cogliendo ogni istante emotivo che trapelava dal suo sguardo profondamente sensibile di chi nasconde una ingiusta sofferenza. E’ proprio vero che dietro una grande sofferenza c’è sempre una grande anima.

Lunedì 17 dicembre Roberta ha manifestato davanti al tribunale di Ragusa con un cartello con su scritto: “Solo se avete soldi e potere la legge è dalla vostra parte”. Il 17 luglio 2012 si è vista recapitare il divorzio d’ufficio senza l’ottenimento di accordi stipulati e omologati precedentemente da cui si rilevava una tantum quantificabile in una cifra  di mantenimento che l’ex marito avrebbe dovuto versare.  

Il coniuge non ha rispettato le condizioni in primis sottoscritte e ha ritenuto opportuno non concedere l’altra somma come d’accordi previsti.

Come al solito un’altra terribile vicenda di ingiustizie che la legge fredda, distaccata esecutrice di quelle che vengono definite semplicemente prassi agisce priva di tutela, priva di accorgimenti. E questa sarebbe dunque la prassi?

Se la sentenza non è definitiva come si evince dal documento, per quale motivo Roberta deve subire un divorzio d’ufficio?  Per quale motivo una donna senza lavoro, senza casa a differenza del marito benestante, deve patire un sistema legislativo che l’ha vista firmare un accordo di separazione che oggi, sarebbe dovuto essere esecutivo e liquidato con la somma prestabilita?

Roberta ha subìto fin troppe sofferenze dal suo ex marito. Avrebbe desiderato essere mamma come ogni donna eppure il marito ha deciso di bloccare l’adozione 15 giorni prima . “Lui e i suoi genitori avevano deciso tutto” mi dice con un filo di voce straziante provando rabbia, quella “rabbia di non essere ascoltata”. Il marito aveva scelto un’altra ferendola come ferisce un uomo che sceglie le altre a noi e togliendole la possibilità di essere madre.  “Tanto lui con i soldi è in grado di comprare tutto” mi dice con gli occhi lucidi di chi ha versato fin troppe lacrime.

Roberta ha dimostrato di essere forte anche in questo e proclama lo sciopero della fame. La giustizia italiana non può venir meno a questo grido di allarme.  

Non si trovano parole adeguate se non strazio e amarezza per averle spezzato la dignità di vivere. per averla oltraggiata in unja società dove si compora tutto persino la vita degli altri.

 

 

 

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