LA LINEA FERROVIARIA E IL PD
03 Gen 2015 10:31
Avendo letto sugli organi di informazione di oggi (3-1-2015) il comunicato del dirigente eco-dem Gigi Bellassai sullo stato precario della nostra rete ferroviaria, scaturito dalla classifica annuale di Legambiente sulle 10 linee peggiori d’Italia (al quale, tra l’altro, la CUB Trasporti ha contribuito con dati e altre informazioni), non possiamo che rimanere stupiti. La situazione della Siracusa-Ragusa-Gela è stata denunciata nel corso degli utlimi 30 anni i tutti i suoi risvolti, e crediamo che non vi sia più nulla da aggiungere.
Che un esponente – non di primo pelo – del PD, ci torni ai primi del 2015 ci sembra un mero esercizio propagandistico, un’autopromozione. Bellassai, infatti, non dovrebbe rivolgere nessun appello tramite la stampa, dal momento che la situazione ferroviaria in provincia di Ragusa è peggiorata in primo luogo per l’assenteismo della classe politica e le scelte che da questa sono state fatte dall’alto dei ruoli istituzionali che ricopre. Ed il PD è al governo della regione da tempo (giunta Lombardo, tanti assessori ai trasporti e infrastrutture), ed è al governo nazionale, da Mario Monti a Renzi; governa i comuni di Vittoria e Comiso, e così via. Le scelte di regione e governo nazionale sono state disastrose per la nostra tratta ferroviaria; da circa un anno (11 mesi per l’esattezza) l’assessorato regionale non concede un incontro al comune di Ragusa, che, in accordo con CUB Trasporti, Legambiente, Comitato pendolari, ha avanzato precise richieste, a partire dal ripristino delle corse per i pendolari e di un passo concreto per la metropolitana di superficie a Ragusa. Anche sul potenziamento della tratta in direzione aeroporto di Comiso si sono fatte solo chiacchiere e pubblicità gratuita.
Sarebbe bene che, più che produrre comunicati, gli esponenti del PD si rimboccassero le maniche e cominciassero a fare cose concrete per le linea ferroviaria, dall’alto dei posti di potere che ricoprono.
Altrimenti queste prese di posizione rappresentano solo un esercizio di ipocrisia bella e buona.