LA GIOIA DEL RI-TROVARSI

Sabato dopo Pasqua. Sta diventando una tradizione: l’area padre Basile si riempie di ragazzi, genitori, giovani, catechisti, volontari … È arrivato il giorno della festa “Crisci ranni”. Sul palco campeggia il logo del cantiere educativo, mentre all’ingresso l’albero della Pasqua è ricco di uova dipinte e di scritte che augurano la pace. Gli scout organizzano giochi in vari punti dell’area per i tanti ragazzi presenti. L’Arca prepara uno spazio perché i bambini possano esprimersi con le pennellate di colore e … una pennellata tocca un po’ a tutti i partecipanti: così tanti volti sorridenti si colorano. Le suore salesiane e le ex allieve mettono subito su la loro “fiera del dolce”, e altre ex allieve ti mostrano come si fa un pon pon e te lo regalano. Arriva il momento del rito, ci si raduna e si costruisce un grande cerchio. E il “racconto del rito” sul tema di quest’anno – “La città veste l’abito della festa e i diversi si incontrano amicizia –, ideato e scritto da Dada Iacono (sulla base del 550 disegni pervenuti, esposti all’atrio comunale), viene portato in scena dalla Compagnia del Piccolo Teatro. L’emozione cresce quando, al suono festoso della campane, i bambini saltellano o vengono lanciati in alto al grido “Crisci ranni” da parte di don Franco Cataldi, don Corrado Lorefice e degli adulti presenti. Tre mamme – Amida, Dana, Suad – augurano che i nostri figli crescano aiutandoli noi adulti, soprattutto con l’esempio, a capire come le cose più importanti sono Dio e l’amore, pensando pure ai molti bambini che soffrono perché manca loro accanto un papà o una mamma attenti o perché vivono sotto la guerra o senza cibo. Giorgio Abate, coordinatore di Libera, ricorda come sia importante non dimenticare la lotta per la legalità, mentre il canto “Dal gloria dal basso della terra”  mette in comunione con gli amici di Paganica, a quattro anni dal drammatico terremoto dell’Aquila, dopo il quale si è avviato un intenso rapporto di amicizia. Il gruppo musicale del liceo musicale “There is the blues” allieta la serata con bravura, mentre i cibi multietnici preparati dall’Istituto Alberghiero Principi Grimaldi e i rustici solidali della don Puglisi assicurano la convivialità della mensa. La conversazione scorre leggera, ma ricca di suggestioni: c’è chi ricorda l’incontro della sera precedente con don Franco Montenegro (“pastore che odora di pecore” – sottolineava qualcuno), c’è chi si rivede dopo tanto tempo, ci sono giovani che chiedono come fare volontariato, c’è chi ricorda com’era (solo tre anni!) fa l’area e come oggi sia cambiata …  C’è molta gioia, molta semplicità e un senso di responsabilità e amore per la città. Non è la festa come evasione, ma la festa che mette al centro la relazione: un ri-trovarsi che non è solo un incontrarsi, ma un ritrovare se stessi dentro la comune umanità e quindi – come dice l’art. 2 della nostra Costituzione – vivere quell’associarsi con cui la «personalità si svolge» e non si involve. Questo il grande messaggio di Crisci ranni: coinvolgersi e dare una mano fa bene anzitutto a noi, perché ci libera dell’individualismo borghese mentre lega la casa e la città in un circuito virtuoso.

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