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LA FRANCIA ESTRADA IL FINTO DISSIDENTE
18 Nov 2014 11:39
Che fine ha fatto l’oligarca, bancarottiere kazako Mukhtar Ablyazov, la cui vicenda l’anno scorso ha causato il raffreddamento dei rapporti bilaterali fra l’Italia e il vasto Paese centrasiatico, costringendo il Premier Renzi, il 12 giugno scorso, a recarsi ad Astana per ricucire i rapporti con il Presidente Nazarbayev?
Notizie recenti riferiscono che la Corte d’Appello di Lione, in Francia, ha approvato l’estradizione in Russia. E, infatti, proprio a Cannes, in Francia, Ablyazov venne arrestato il 31 luglio dello scorso anno, in compagnia dell’avvocatessa che i giornali di quel periodo descrissero come la sua amante.
Quella di Ablyazov, è una storia ancora controversa. La storia di un oligarca kazako caduto in disgrazia e fuggito dal suo Paese, ricercato dall’Interpol sulla scorta di un mandato di cattura internazionale spiccato, oltre che dal Kazakhstan anche da Russia e Ucraina. Una vera e propria caccia all’uomo che, stando ai dispacci dell’Interpol, è ritenuto colpevole di una colossale truffa ai danni dei risparmiatori della banca della quale era presidente, la “BTA Bank” con sede in numerosi Paesi.
Per alcuni anni, Ablyazov ha trovato riparo in Inghilterra, dove si è distinto per un significativo attivismo politico che lo ha portato a finanziare il partito di opposizione al Governo del Presidente Nazarbayev, “Alga”. Il tutto finalizzato ad assumere le vesti del dissidente braccato dal suo Paese per ragioni esclusivamente politiche tanto da ottenere nel Regno Unito lo status di rifugiato politico. Ma indagini più approfondite ed inchieste giornalistiche hanno evidenziato nel tempo i danni finanziari provocati dalle attività di Ablyazov a numerose banche a livello internazionale, compresi alcuni istituti italiani.
Ipotesi di truffa e distrazione di fondi dalla “BTA Bank” che gli avrebbero consentito, tra le altre cose, di acquistare una sontuosa tenuta a Oaklands Park, del valore complessivo di 28 milioni di dollari.
Una truffa che ammonterebbe alla cifra colossale di circa sei miliardi di dollari e che ha spinto la “BTA Bank” ad intraprendere tutte le azioni legali necessarie a recuperare il denaro, compreso un appello all’Alta Corte inglese che, al termine delle indagini, ha condannato l’oligarca kazako per la creazione di fondi offshore da lui finanziati a seguito delle attività fraudolente poste in essere.
Una sentenza, quella inglese, che dispone anche la revoca dello status di rifugiato politico, giunta quando Ablyazov aveva già lasciato il Paese probabilmente alla volta dell’Italia, dove, lo scorso anno, nonostante la polizia possedesse informazioni affidabili e circostanziate circa la dimora in cui Ablyazov risiedeva sotto mentite spoglie, non riuscì ad arrestarlo.
La fuga dell’oligarca da un Paese all’altro dura ancora qualche mese, fino a quando la polizia francese riesce ad arrestarlo a Cannes, sulla Costa Azzurra. Da allora, è in carcere e, nonostante le numerose richieste dei suoi avvocati, la magistratura francese continua a negargli il permesso di uscita su cauzione.
Nel frattempo è stato avviato Oltralpe il processo di estradizione di Ablyazov su richiesta di Russia ed Ucraina, dove l’oligarca kazako sembra possedere ancora un cospicuo patrimonio.
Pochi giorni fa, la Corte d’Appello francese di Lione ha dato il via libera alla richiesta di estradizione di Ablyazov in Russia, non ritenendo convincenti le giustificazioni addotte dall’imputato circa l’implicazione di motivazioni politiche dietro alla sua scelta di abbondonare il Kazakhstan, tanto che lo stesso giudice Fontaine, si è rifiutato di ammettere alle audizioni, quale testimone per la difesa, l’ex campione mondiale di scacchi, e ora politico dell’opposizione russa, Garry Kasparov, nel tentativo di convincere la Corte che, in Russia, Ablyazov non avrebbe potuto contare su un’indagine ed un giudizio equi.
Passerà ancora del tempo prima che la storia si avvii alla conclusione. Il verdetto del tribunale di Lione, infatti, è stato impugnato dai legali di Ablyazov che si sono appellati alla Corte Suprema di Francia per impedirne l’estradizione. Una decisione che, peraltro, spetterà in via definitiva al Primo Ministro francese in conformità con le leggi d’Oltralpe.
Un fatto appare, tuttavia, molto chiaro. La giustizia francese sta procedendo rapidamente e appare poco interessata alle giustificazioni politiche, e di tutela dei diritti umani che gli avvocati di Ablyazov hanno messo finora in campo per giustificare i buchi miliardari di quello che sembra sempre di più un oligarca-bancarottiere kazako.
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