La comunicazione di Cassì arriva agli indecisi?

La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola. 

Non ho risposte. Ma una domanda. Lo stile e il registro scelti dal Sindaco (ricandidato) intercettano la psicologia dei disillusi, dei pigri, di coloro che non hanno ancora scelto per chi votare? È un lessico convincente?

Siamo reduci da un evento di pura comunicazione. In onda ieri, alla Camera di Commercio. Comunicazione. Ecco perché tanto mi riguarda, e ora spendo minime parole in un cenno di analisi. 

È stato un non trascurabile evento, comunque la si pensi. La sala era sorridente e gremita, nonostante il gelo e la pioggia di un clima, direi, finlandese (sine ulla polemica, per caritas!).

Gente seduta, gente meno seduta ai lati, gente fuori, gente ovunque. La gente è rimasta in piedi anche su Facebook, che è oramai la location necessaria per qualsivoglia iniziativa di tutti i boomer come noi.

Lui, il Nostro, più sciolto, ma senza esagerare. Toni pacati, in punta di piedi su tappeti di cristallo. Il galateo di una Londra iblea. Non il ritmo oltraggioso di un ballo su Tik Tok, non proprio una Mercoledì Addams, insomma. Un quid di retorica e melodramma che non guasta qui, qualche battuta e aneddoto ben piazzato lì, gli immancabili ringraziamenti per diabetici ai pochi ma buoni.  

Posso dirlo? Il sorriso del prevedibile a una platea amica, un uditorio di tifosi che non aggiunge un solo voto a quelli che il ricandidato ha già in tasca. Not so bad. Ma fa un po’ Leopolda all’ombra dei carrubi di Malavita. Like a Convention in San Giovanni’s Square. Ha la potenza espressiva di un forsecaravaggio di Corso Italia. Una Twingo con un Casio sul cruscotto (shakirando, shakirando …).

E poi, quando rimpiangi di non essere rimasto sul divano sotto il plaid a guardare l’ultima puntata di “The White Lotus”, il Nostro ti sgancia cinque tramvate, che non ti aspetti, su cinque temi cruciali, che sono un messaggio netto alla cittadinanza (traduco con licenza in ellissi).

1) Io sono libero (ciao ciao, partiti con le mani con le mani, ciao ciao)

2) Io non vivo di politica (non ne ho bisogno)

3) Se io perdo, imparo (è lo sport, è la vita)

4) Io non sono né di destra né di sinistra (seguono esempi)

5) Io non rispondo con l’insulto all’insulto, e schivo per scelta, non per debolezza.

Sono cinque staffilate. Belle. Autentiche. Appuntite. Un po’ ascia, un po’ fioretto. Certo, il voto sarà un’altra storia. E attendiamo con interesse le scelte di comunicazione degli altri competitors. Dico solo che tecnicamente mi sembra efficace questa forma di assertività gentile, ma chirurgica. E lo sarebbe a maggior ragione se espressa con più vitamine e energia. Con parole senza occhiali e capelli spettinati. Ogni tanto. Con più papaya insomma. E con dosi massicce di ironia e autoironia un giorno sì e l’altro pure. Ma sine ulla snaturatio, clarus sia! 

Infine Cassì confida: “Fare il Sindaco è stata la cosa più bella che ho fatto nella mia vita.”

Are you sure? Eppure io ricordo ancora quella tripla memorabile per la vittoria a tre secondi dalla fine … (si scherza, of course).

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