È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA CICAS VUOL COINVOLOGERE I COMMERCIANTI NELLE SCELTE DEI COMUNI
30 Set 2010 17:57
Accogliamo con soddisfazione la deroga emanata dall’Assessorato regionale riguardo alla proroga al 30 novembre 2010 di Modica e Ragusa quali città d’arte, e quindi autorizzati a derogare all’obbligo di chiusura domenicale fino a quella data.
Adesso Modica batte cassa, poiché il Comune di Ragusa aveva autorizzato due domeniche in più rispetto a quelle concordate, ma da chi?
Forse dal Consorzio Polo Commerciale di Modica, che parla di “comportamenti opportunistici e sleali” , che da sempre ha “flirtato” con l’Ascom che fornisce le indicazioni anche al Comune di Ragusa? Adesso cosa succede? Forse l’Ascom di Ragusa non ha piu’ il potere di qualche anno fa, favorendone i centri commerciali?
E’ ovvio che la richiesta di quelle famose due domeniche, in piu’, rispetto al calendario definito a livello provinciale (sempre dettato da Ascom e soci), e’ nata dai centri commerciali ragusani, i quali richiedono di aprire almeno 40 domeniche l’anno, contro le 32 (o 34) concesse nel 2010 (e contro le 19 previste dal decreto ass.. ndr).
La Cicas ragusana chiede a tutti gli esercenti della provincia di Ragusa, di esporre quali siano realmente le loro esigenze riguardo alle aperture domenicali, il loro parere sulla possibile apertura di 40 domeniche l’anno, scavalcando la linea dura che l’Ascom provinciale vuole tenere per accontentare solo i loro “pochi” iscritti.
Riteniamo che sia obbligatorio da parte delle Amministrazioni comunali capire quali sono realmente le esigenze dei commercianti ragusani e modicani, attuando le disposizioni più adeguate a fornire loro il più appropriato supporto, affinché le aziende commerciali iblee si risollevino dalla profonda crisi in cui versano oggi. (r.r.)
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