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LA CAMERA DEL LAVORO RIVENDICA AUTONOMIA DALLE FORZE POLITICHE
19 Gen 2016 20:28
La maggioranza consiliare che sostiene il Sindaco Abbate ha perso, ancora una volta, l’occasione per argomentare, nel merito, le ragioni per le quali ha scelto e votato di non consentire lo svolgimento di una seduta aperta del consiglio comunale sulle “partecipate comunali”, richiesta dalla Cgil e preferendo spostare l’attenzione su fatti del tutto inesistenti e privi di qualsivoglia attinenza con le problematiche sollevate.
Ma andiamo per ordine.
In primis, questa Camera del Lavoro rivendica la propria autonomia rispetto a qualsivoglia forza politica. Sappiano i consiglieri di maggioranza che la Cgil non fiancheggia nessuno e ne ha dato prova quando, in passato, assunse una posizione di contrapposizione netta rispetto a quella che all’epoca venne definita dall’Amministrazione Buscema, che era – è bene ricordarlo – a guida PD. La Cgil, allora, espresse pubblicamente il proprio dissenso sulle scelte di quella Amministrazione e in tal senso la Camera del lavoro invita gli attuali consiglieri di maggioranza, per rendersene conto, a rivolgersi all’Ufficio Protocollo del Comune per avere le copie dei documenti, prodotti dalla Cgil, in merito alle due partecipate negli anni dal 2009 al 2013.
Sulla stessa problematica questo sindacato, oggi, mantiene la stessa linea di coerenza e di visione, esprimendo civilmente e democraticamente il proprio punto di vista, che non è in linea con gli orientamenti e le determinazioni dell’attuale Giunta, visto peraltro che quest’ultima si è rifiutata di aprire un serio momento di confronto.
Per quanto riguarda, poi, i supposti costi delle sedute dei consigli comunali aperti, preme precisare ai componenti la maggioranza consiliare che quelle aperte alla partecipazione dei cittadini e delle associazioni non determinano alcun costo, in quanto per i consiglieri non scatta il relativo gettone di presenza. Quindi la richiesta della Cgil non vuole caricare spese sul groppone dell’ente né dei cittadini.
Infine, e non meno secondario, ci sembra opportuno rimarcare la netta differenza tra una seduta consiliare aperta e la conferenza dei capigruppo. La prima consente a tutti cittadini e di esprimere il loro punto di vista e a 120 famiglie, tanti sono i dipendenti dei due organismi comunali, di poter assistere, partecipare ai lavori ed essere ascoltati dai tutti i consiglieri nonché dall’Amministrazione comunale, mentre la Conferenza dei capigruppo, essendone già stata già esperita una, ha tutta l’aria di volere evitare tutto ciò.
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