LA BELLA E LA BESTIA. STORIE DI NON AMORE

Il tema della violenza di genere è un tema che mi è già capitato di trattare in questa rubrica, ma oggi lo farò dando più spazio alla “relazione”, quella fra lei, la bella, e lui, la bestia.

Il problema principale è proprio che per lei lui non è una bestia, non è un uomo cattivo, mostruoso anzi, è un uomo che ha immensamente bisogno di lei e che non può permettersi di perderla perché la ama da morire.

Queste sono quasi nella totalità dei casi le parole che escono fuori, sottovoce, dalle bocche delle donne abusate. Queste consapevolezze distorte nascono da due grandi emozioni negative: la vergogna ed il senso di colpa, ciò che principalmente impedisce loro di lasciare questi uomini; la “vergogna” è di aver fallito come donna, come compagna di vita in un progetto di coppia, ed il “senso di colpa” è legato al pensiero distorto di meritare i maltrattamenti subiti.

Facciamo un passo indietro, spiegando su quale base tali emozioni negative si formano: l’uomo abusante attua una grande metamorfosi, da uomo perfetto, “principe azzurro”, pian piano si trasforma in bestia. Questa trasformazione graduale consiste nell’alternare “amore” e dolcezza a violenza e maltrattamento, sia fisico che psicologico. Quest’ambiguità, questa “doppia personalità”, non permette alla donna di avere un’idea chiara di chi è l’uomo accanto a lei (buono o cattivo?), e nell’incapacità di decidere viene legata in una relazione abusante, in cui è lei a percepire se stessa come inadeguata, meritevole di quel maltrattamento o addirittura folle.

Perché? Le donne maltrattate sono alla ricerca di un amore che non hanno mai avuto e considerano più importanti i momenti in cui si sentono amate dal loro compagno violento che non i momenti in cui subiscono i maltrattamenti. Se non succede qualcosa, tipo un episodio più pesante del solito abuso, oppure maltrattamenti nei confronti dei figli, continuano a credere a questo amore rischiando la vita, perché pensano: “in fondo lui mi ama”. Non vi è mai amore in una relazione di dipendenza. L’amore, per definizione, si fonda su legami di indipendenza. Non sono donne stupide o masochiste, sono donne manipolate.

Gli uomini maltrattanti sono bravi a far sentire la donna al centro della loro vita, indispensabile, rendendola proprio in questo modo dipendente da loro. Il passo successivo e fondamentale per il legame di dipendenza è poi l’isolamento dalle persone care e dal mondo esterno in generale. Solo così, tenendola lontana da chi potrebbe aiutarla a capire e a vedere le cose con occhi diversi, può avere pieno dominio su di lei.

Chi sono questi uomini? Solo nel 10% dei casi si tratta di uomini con problemi psichiatrici. Questo è forse stato un comodo mito a cui credere, in modo da ritenere la violenza estranea al normale contesto di vita. Gli uomini abusanti sono persone che presentano errori e distorsioni del pensiero razionale, derivanti da concezioni del mondo e della realtà confusionari e incoerenti che portano a giustificare i propri comportamenti violenti (ad esempio, concepire il mondo secondo una concezione maschilista) ed ancora, sono uomini che non sanno gestire in maniera adattiva il “potere”. Se il potere viene usato come metodo per risolvere problemi, ciò ostacola il controllo di sé  nelle relazioni interpersonali.

Cosa possiamo fare? Quello che si può fare è tanto. Creare contesti di sensibilizzazione significa agire in maniera preventiva e, soprattutto, ha il grande merito di poter contrastare vergogna e senso di colpa. Il viaggio è lungo, ma ogni lungo viaggio inizia con un piccolo passo, ed il primo passo è rompere il silenzio. In questo modo si finisce con il proteggere l’abusante e si inizia con il proteggere l’abusata.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it