È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
KAMARINA COME POMPEI TANTE PROMESSE DI INTERVENTO A VUOTO
03 Dic 2010 21:03
“E’ allarme rosso per Kamarina, qui sta crollando tutto”. Sono parole di Giovanni Di Stefano, direttore del Parco Archeologioco di Kamarina. Parte della cinta muraria è crollata lo scorso inverno, una torretta difensiva del V secolo a.C. penzola nel vuoto, aggrappata all’ultimo lembo di terra con la sua recinzione. E sulla spiaggia sottostante, il pericolo di caduta massi per chi fa una passeggiata è imminente. Un’emergenza archeologico-ambientale su cui sono stati lanciati ripetuti allarmi nel corso dell’ultimo anno, da parte di comitati dei cittadini, enti preposti, associazioni ambientaliste. Ma con l’arrivo dell’inverno e delle prossime mareggiate si teme il peggio. “Decine di sopralluoghi, montagne di carte e denunce, ma nessuno è intervenuto sull’arretramento del piede della collina, che avviene a vista d’occhio”, spiega Di Stefano. Il Responsabile Provinciale di Fare-Ambiente, Salvatore Mandarà sulla questione dice: “In due settimane tra marzo e aprile scorsi sono scomparsi 15 metri di spiaggia, portati via dalle acque in tempesta.
A novembre del 2009 la Regione Sicilia aveva promesso uno stanziamento di 50.000 euro ma questi soldi non sono mai arrivati. Tutto quello che ha avuto Kamarina sono 3.000 euro per recuperare i blocchi della cinta muraria crollati sulla spiaggia. Dunque, la ricca città greca di Kamarina sta per sprofondare in mare, lasciata all’incuria e al degrado. Auspico un intervento da parte di tutte le Associazioni Ambientaliste, affinché ci si adoperi tutti insieme con l’aiuto di tanti volontari per mettere in sicurezza il Parco Archeologico”. Un tempo era una delle colonie della Magna Grecia più importanti del Mediterraneo, rischia di essere distrutta per la quinta volta nella sua storia lunga quasi tremila anni”. Kamarina è una colonia greca, fondata dai Siracusani, nel VII secolo a.C e cantata da Pindaro nelle sue odi per quanto era popolosa e sorge su un promontorio sabbioso. Il mare ha restituito elmi corinzi rarissimi, un tesoro di 5.000 monete coniate da sei diversi imperatori romani, ma anche monete puniche, thermos di bronzo decorati con maschere, vasi intarsiati e uno dei primi lingotti d’argento del Mediterraneo. Il relitto più bello da quarant’anni appare e scompare sott’acqua a seconda delle mareggiate. Trasportava due colonne da 18 tonnellate, lunghe sei metri l’una, adagiate sul fondale.
Colonne di marmo giallo, provenienti dalle cave della Numidia. Erano marmi pregiati, destinati a Roma e alle sue province. Pare infatti che nel I secolo a.C. il marmo africano fosse una vera moda. La casa di Augusto sul Palatino aveva colonne e capitelli di marmo giallo antico, così il Pantheon e l’arco di Costantino. Utensili, armi e suppellettili rinvenuti nei pressi della nave affondata intorno al 200 d.C. provengono da tutto il Mediterraneo e mostrano le rotte commerciali che passavano da Cartagine e attraversavano il Canale di Sicilia. Per le forti correnti che spingevano le navi verso la costa, i naufragi erano frequenti, così la nave terminò il suo viaggio sotto l’agorà di Kamarina. Tra il promontorio di Kamarina e Punta Braccetto sono state rinvenute un gran numero di lucerne in bronzo, resti di un altro naufragio. Erano un bene di lusso, destinate alle domus romane di rappresentanza di Pompei ed Ercolano. Ma anche brocche con raffigurazioni di Iside e decorazioni a fiori di loto.
La costa infida della Sicilia Orientale ha conservato tutto questo, in un basso fondale sabbioso sotto dune di sabbia. Sommerso e’ anche il porto di Kamarina, importantissimo sbocco commerciale, costruito dentro la foce del fiume Ippari, in un perfetto equilibrio tra acqua dolce e salata. Sul promontorio invece è visibile l’agorà, dove si svolgevano le funzioni civili e religiose. Il museo e’ stato ricavato da una masseria ottocentesca costruita sui resti del tempio di Athena, in parte ancora visibili. La cresta del promontorio costituiva l’asse della città, collocata tra due fiumi, l’Ippari e l’Oanis, con un abitato molto esteso di circa 200 ettari, in cui sono identificabili anche le fattorie ellenistiche. Nelle necropoli sono state ritrovate migliaia di tombe. Tutto questo fa di Kamarina un luogo unico per la storia del Mediterraneo. (Elisa Montagno)
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