ITALIA DEI VALORI RICHIAMA L’ATTENZIONE SUL RISCHIO IDROGEOLOGICO

Non è un allarme ma intendono richiamare l’attenzione dell’amministrazione comunale su eventuali rischi idrogeologici che la nostra città potrebbe correre, i consiglieri comunali di Italia dei Valori di Ragusa, Peppe Tumino e Salvo Martorana. Lo fanno con una interrogazione che prende spunto dai recenti tragici e luttuosi eventi di Genova, della Liguria e della Toscana, ma anche di altre regioni interessate alle piogge torrenziali delle settimane scorse. I due consiglieri infatti evidenziano le criticità e i pericoli che alcune zone della città potrebbero correre nell’eventualità di fenomeni atmosferici eccezionali: cedimenti di costoni di roccia e di muraglioni di protezione, quali, ad esempio, presso via Palma di Montechiaro, presso la Panoramica di Ragusa Ibla e presso l’arteria che dalla stessa Ragusa Ibla conduce al cimitero centrale, oppure il riempimento, correntemente denominato “ u scaricu”, sul quale insiste un tratto di via Mariannina Schininà considerato ad alto rischio nell’eventualità si verificassero nubifragi di elevata intensità per la quantità di acqua, fango e detriti che scenderebbero dalla parte iniziale della vallata che attraversa  la città e osservano inoltre che l’assenza di torrenti e/o corsi d’acqua che attraversano la nostra  città non solleva Ragusa da eventuali problemi causati da dissesti idrogeologici, come il cedimento del fognolo nei pressi del Palazzo della Provincia ha ampiamente dimostrato. Alla luce di tutto ciò Tumino e Martorana chiedono di conoscere se sia stata predisposta una lista di siti potenzialmente soggetti a dissesti idrogeologici, con quale cadenza vengono monitorati ed eventualmente manutenuti i siti attenzionati, se il riempimento di via Mariannina Schininà sia sottoposto a frequenti monitoraggi atti a verificarne la piena funzionalità ed infine se il sindaco e la giunta comunale si siano  attivati per avvisare la cittadinanza su quali siano i siti da evitare durante le giornate di piogge intense e se abbiano già avviato progetti per mettere in sicurezza i luoghi da loro stessi individuati ed indicati quali più a rischio.

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