È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
“Io, malato di Covid”. La testimonianza del medico Paolo Fidanzi, isolato da un mese nell’ospedale di Pontedera
04 Mag 2020 09:52
Il dottor Paolo Fidanzi è un medico, oltre ad essere anche il coordinatoremembro esecutivo Nazionale e coordinatore regionale Toscana per L’Italia dei Valori. Da oltre un mese, vive isolato nell’ospedale di Pontedera, in Toscana. Ha contratto il virus ed ha lottato. Oggi sta bene, ma se qualcuno pensa che la fase di emergenza sia finita, si sbaglia di grosso.
“Una polmonite devastante, violenta, con febbre quasi a 40, che mi ha costretto a ricoverarmi in ospedale. Da un mese sono a Pontedera, bolla covid, isolato da tutto nessun contatto con l’ esterno, finestre sigillate, personale irriconoscibile dietro tute integrali. Ci guardiamo negli occhi .Punto. La prima settimana è stata tremenda non respiravo, desaturavo con ossigeno a 15 litri al minuto e solo con il sostegno del primario anestesista pronto ad intubarmi, sono riuscito con respiratori e maschere costrittive a superare la fase critica durata una settimana, ho pensato di morire. Poi la febbre mi ha lasciato, gli addensamenti polmonari si sono lentamente dissolti anche se non completamente.
Le terapie potenti tutte of label diciamo sperimentali, hanno svolto il loro compito. I medici colleghi condividevano con me le soluzioni. C’era e c’è, scrivo mentre sono ancora positivo, il rischio di fenomeni collaterali, acidosi metabolica sindrome da allettamento sicura. Devo muovermi e camminare anche con ossigeno anche se non mi reggo in piedi e ho dolori forti alle gambe e alla vita. Comincio a rendermi conto ora, dopo un mese, di quello che mi succede che forse l’ho scampata bella. Ho una costrizione al cuore se penso di essere stato io a contagiare la mia compagna, anche lei qui in Ospedale, anche lei a soffrire, infermiera, a causa di questo virus micidiale, neppure un essere vivente solo ammassi di Rna. Per fortuna lei ha avuto il primo tampone negativo, al secondo potrà’ tornare a casa. I nostri figli i suoi e il mio, ci aspettano, ci sono stati vicini. Pensò ai miei pazienti e a quante volte ho condiviso con loro il dolore per le loro malattie e le loro perdite. Mi sono stati vicini hanno sofferto per me, li ho lasciati soli ma sono in buone mani.
Ecco, una prima forte riflessione – “La pandemia non è scomparsa e tanto meno la possibilità di contagio, qualcuno guarirà, tanti morti già sulla coscienza comune di chi anche involontariamente non ha saputo contenere l’ avanzata del virus”.
Niente polemiche solo consapevolezza che rispettando alcune regole senza cedimenti o sottovalutazioni possiamo fermare il pericolo di trasmissione .Portare sempre la mascherina e imporre agli altri di usarla. Bastano quelle chirurgiche che proteggono chi abbiamo davanti e non chi le porta. Da qui la necessità di portarle tutti. Concludo specificando che le mascherine ffp2 e simili, proteggono solo chi le porta!
Mi fermo qui consapevole di aver dato un piccolo contributo di sofferenza ma anche di speranza e di fiducia per il nostro futuro”.
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