È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
INTRIGHI E OLIGARCHI TRA EUROPA ED ASIA CENTRALE
05 Nov 2015 08:05
Forse ricorderete il cosiddetto, “Giallo Kazako” che, non più tardi di due estati fa mise a rumore i Media italiani e creò non pochi grattacapi anche al nostro mondo politico. Una storia, turbinosa ed aggrovigliata, di mafie finanziarie, oligarchi orientali, raid di polizia, rapimenti, incidenti diplomatici… Con un corollario di dimissioni di capi dipartimento, interrogazioni parlamentari, figuracce di ministri che negavano e si contraddicevano, accuse reciproche fra maggioranza ed opposizione… Insomma, al di là dell’origine esotica di alcuni protagonisti, una storia molto, ma davvero molto italiana. Che, come dicevamo, ha fatto rumore inizialmente e se ne è parlato anche troppo, è quasi sempre a sproposito. Poi, come sempre avviene, è stata riposta nei cassetti dell’oblio, perché i grandi Media hanno la memoria corta e subito si dedicano ad inseguire nuove storie e, soprattutto nuovi scandali…
Solo che quella storia non è giunta ancora a conclusione, anche perché travalica di molto i confini, soprattutto mentali, di questa Italia sempre più provinciale ed usa contemplare il proprio ombelico. È una storia dal respiro internazionale, roba degna della penna di un Le Carré….
Infatti, il vero protagonista Mukthar Ablyazov è un oligarca finanziario, uno di quei grandi speculatori che, dopo la fine dell’URSS, si sono incistati nel seno delle nuove Repubbliche post-sovietiche, procedendo ad una sistematica spoliazione delle loro ricchezze nazionali. L’ottimo Ablyazov, infatti, ha rivestito tutta una serie di cariche di rilievo nella Repubblica del Kazakhstan, venendo però allontanato dal settore pubblico perché sospetto di malversazioni e corruzione. Intanto però si era costruito una complessa rete di relazioni, non sempre limpide, a livello internazionale, il che gli permise di raggiungere i vertici della BTA Bank , forse il più importante istituto finanziario di tutta l’Asia Centrale. Che ha poi lasciato sull’orlo della bancarotta, fuggendo rapidamente in Occidente con un bottino di almeno sette miliardi di dollari. In Occidente, inseguito da mandati di cattura internazionali emessi oltre che, ovviamente, dal Kazakhstan, anche da Russia, Ucraina, Kirghizistan ed altre repubbliche ex-sovietiche – tutte più o meno truffate dalle spericolate imprese del finanziere – Ablyazov ha dapprima trovato rifugio in Inghilterra. Poi anche da lì è dovuto fuggire rapidamente, inseguito da un nuovo mandato di cattura, dopo che la magistratura britannica aveva appurato la veridicità delle accuse. Ed è venuto in Italia, più segnatamente a Roma, anzi a Casal Palocco, teatro ormai storico del giallo di due estati or sono. Italia, dove per inciso, il fallimento della BTA aveva pesantemente danneggiato istituti bancari italiani, dall’università al Monte dei Paschi, che ci avevano rimesso i loro asset centro-asiatici. Comunque qui degli amici li aveva, o per lo meno li ha trovati, visto che sui grandi Media è stata montata una vera e propria campagna di stampa tesa a presentare Ablyazov come un povero dissidente in fuga da un regime dispotico. Campagna continuata anche in Francia, dopo che la polizia transalpina era riuscita ad arrestare il “povero” dissidente in una delle sue tre, lussuose, ville in Costa Azzurra. Infatti, il nostro gode di potenti amicizie nel mondo finanziario europeo, e di protezioni evidentemente acquistate non a buon mercato.
Comunque i francesi lo hanno tenuto in carcere per oltre un anno, vagliando le diverse domande di estradizione e arresto internazionale. Intanto la rete dei sodali e complici di Ablyazov veniva smantellata un po’ in tutta Europa dall’Interpol; ultimo e pisolino l’arresto a Vilnius del cognato Syrym Shalabayeva ricercato in Ucraina per vari reati finanziari… Già perché Ablyazov ed il suo clan sono riusciti nel non facile compito di far trovare d’accordo Mosca e Kiev, entrambe decise a venderli pagare il fio delle loro colpe.
Comunque, per mesi, gli amici, occulti, dell’oligarca si sono dati molto da fare. Ma evidentemente in terra francese certe sirene hanno meno udienza che dalle nostre parti. Infatti, la magistratura transalpina ha decretato – come in precedenza quella britannica – che l’Ablyazov non ha alcun titolo per venire considerato un dissidente è un perseguitato politico; che è, insomma, solo un bancarottiere di altissimo livello legato alle mafie finanziarie internazionali. È così a fine ottobre il ministro Manuel Valls ha firmato il decreto di estradizione in Russia, il paese che, fra i molti che se lo contendono, ne aveva avanzato per primo la richiesta. Fine del giallo? Mah, si vedrà…
Ermanno Visintainer
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