IN QUESTO MONDO DI LADRI

L’Italia.., che “paese meraviglioso”! C’è chi mangia a quattro mani e a sette ganasce, vedi i politici ed i faccendieri, chi viene condannato per un articolo su un giornale e chi muore di fame come i poveri cittadini, ridotti alla miseria e quasi alla schiavitù da questo governo ibrido -tecnico e a pene sicuramente più pesanti di coloro che rubano.

Questa è l’Italia di oggi, dove impuniti uomini, spesso neppure eletti dal popolo, sguazzano a nostre spese, come se avessero ricevuto il mandato solo di rubare alla faccia nostra, mentre c’è chi invece si suicida per la perdita del lavoro e l’indebitamento che ogni giorno lo soffoca.

Ma non ci rendiamo conto di quanto marciume vi è? 

Ancora oggi vecchie cariatidi si presentano alle elezioni, sempre gli stessi,senza dare spazio ai giovani. Una cosa è certa, sono il segno tangibile per fare capire come ci hanno preso spesso per il fondo schiena, con false promesse e lunghe menzogne.

Oggi è giunta l’ora del risveglio, bisogna credere in un mondo migliore, bisogna investire su nuove forme di fare politica, una politica al servizio della gente senza  finanziamenti ai partiti e neanche la disponibilità di usufruire di diritti, che i comuni cittadini, non possono avere: “immunità parlamentare, pensioni, macchine blu, autisti e portaborse”. 

Insomma , chi desidera scendere in politica deve spendere  e investire il proprio denaro, dichiarare le spese e rendicontarle, e quando si son fatte più di due legislature, non debbono  essere più candidabili per nessun altra competizione elettorale.

A questo punto mi rivolgo al Capo dello stato Giorgio Napolitano. Non crede che sarebbe il caso di una depurazione generale dei partiti? Se ne sta andando, ma qualcosa di “forte” può ancora farlo!

E per finire, penso che il paroliere della canzone “In Questo Mondo di Ladri“ sia stato un veggente dei tempi d’oggi (ma pure di quelli di ieri).

Questo, con semplici parole, è il libero pensiero di molte famiglie di lavoratori aderenti alla nostra O.S. che ci hanno chiesto di essere la loro cassa di risonanza del loro malcontento. Che, se non preso in seria considerazione, rischia davvero di esplodere. Che, con tutta sincerità, l’ ISA Sindacato Autonomo non potrà che assecondare.

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