È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IN PIEDI SIGNORI, DAVANTI A UNA DONNA!”
14 Dic 2016 08:31
W. Shakespeare diceva: “Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: IN PIEDI SIGNORI, DAVANTI A UNA DONNA!”
La violenza maschile sulle donne assume molteplici forme e modalità, sebbene la violenza fisica sia la più facile da riconoscere. Non esiste un profilo della donna-tipo che subisce violenza. La violenza coinvolge tutte le donne.
Centosedici donne uccise da mariti, fidanzati, compagni o altri familiari. Una ogni tre giorni. Sara, bruciata viva dal suo ex in una strada della periferia di Roma, Gloria che si era innamorata di un ragazzo molto più giovane di lei, Vania, l’infermiera massacrata dal suo uomo. E poi Fabiana, Rosaria, Rosamaria, Stefania, Giulia…L’ultima si chiamava Elizabeth, era peruviana, aveva 29 anni. È stata strangolata in casa alla periferia di Monza dal suo convivente di 56 anni, un italiano che ha subito confessato. L’ha uccisa davanti ai due figli di lei: la sua colpa era sempre la stessa, voleva lasciarlo e lui non poteva accettare questo “affronto”.
Elizabeth viveva da anni in Lombardia, la regione che nel 2016 ha avuto il triste primato di 20 le donne assassinate nei primi 10 mesi dell’anno, una ogni due settimane.
Sono 116 i casi dall’inizio dell’anno, nel 2015 il tragico bilancio si era fermato a quota 128: “C’è un lieve calo ma non può essere certo una consolazione”, dice Gabriella Guarnieri Moscatelli ,presidente del Telefono Rosa alla vigilia della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740: 1.251 in famiglia, e 846 di queste all’interno della coppia; 224 per mano di un ex. Lo studio dell’Eures, l’Istituto di ricerche economiche e sociali che da anni dedica al fenomeno un Osservatorio, racconta di una vera e propria strage.
A livello regionale, come detto, la Lombardia detiene il triste primato di regione con il più elevato numero di donne uccise (20) davanti a Veneto (13), Campania (12, ma erano state 30 l’anno prima), Emilia Romagna (12), Toscana (11), Lazio (10) e Piemonte (10). Anche nel 2016 la famiglia (con 88 donne uccise, pari al 75,9% del totale), si conferma il principale contesto dei femminicidi. Meno frequenti i delitti tra conoscenti (6%), quelli nell’ambito della criminalità comune (4,3%) o scaturiti da conflitti di vicinato (2,6%) e all’interno di rapporti economici o di lavoro (1,7%). Tra le altre figure familiari, quelle più “a rischio” sono le madri, con 14 vittime.
C’è infine il dramma degli orfani, i figli che hanno perso la madre per colpa del padre (o del compagno) assassino. Negli ultimi 15 anni il numero è salito fino a quota 1628, di loro si parla poco, la gelida burocrazia li definisce “vittime secondarie”. Adesso c’è una proposta di legge per tutelarli, come per le altre vittime di reati gravi come la mafia, il terrorismo o l’inquinamento ambientale da
amianto.
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Articolo redatto da: Federica Zichitella, Vanessa Cottone e Daniela Amodeo
Classe I A T
ITET “ G: Garibaldi” Marsala
Docente referente: prof.ssa T. Titone
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