È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IN CORSO UN FORSENNATO ATTACCO ALLE RISORSE DEL TERRITORIO IBLEO
15 Nov 2010 17:00
E’ un momento particolarmente difficile per il territorio della provincia iblea; nel cuore della crisi più drammatica che la nostra generazione abbia vissuto, una crisi che non lascerà nulla come era prima, piuttosto che cogliere le opportunità fornite per ripensare il modello di sviluppo e costruire l’avvenire su basi economiche e sociali nuove, la politica di centrodestra del ragusano si sta attorcigliando su un dibattito anacronistico, trascurando colpevolmente l’aggressione che si sta perpetrando alla nostra terra. Il tentativo della Panther Eureka di avere la meglio sul Comune di Vittoria per le trivellazioni di C.da Gallo – 2000 metri di perforazione per la ricerca di idrocarburi gassosi – dovrebbe allarmare tutti noi e toglierci il sonno per la gravità dell’operazione ai danni del territorio e delle risorse idriche per la veicolazione d’inquinanti e l’interruzione dell’equilibro geodinamico con conseguente perdita di produttività della falda, teme su cui nessun tecnico ha potuto dare garanzie di tutela. E invece la buttiamo in politica facendoci promotori di un modello sviluppista che nella nostra provincia non ha più senso pensare.
Qui è necessario un no incondizionato, senza se e senza ma, da parte di tutta la classe dirigente iblea e siciliana, per evitare il saccheggio e orientare il modello di sviluppo verso il futuro, ovvero la green economy. Perché quello che sta avvenendo in provincia di Ragusa è il simbolo della visone che si ha del mezzogiorno: un sacchetto a perdere da sfruttare e buttare. Stesso atteggiamento di superficialità e di disprezzo per il territorio sta avvenendo nel settore della gestione dei rifiuti nella quale l’attività del Commissario liquidatore dell’ATO, lungi dall’essere diretta all’avvio della raccolta diffenziata, alla definizione dell’impiantistica e all’uscita graduale dall’emergenza, ci ha portati in un vicolo cieco che vedrà presto la monnezza in mezzo alle strade e costi enormi per i cittadini, davanti al silenzio assordante di chi questa situazione l’ha determinata, dopo aver bruciato 800mila euro in comunicazione fatta balletti e hostess, con il proprio silenzio continua a favorire questo scempio che certamente non porterà vantaggi ai ragusani. E’ necessario uscire da questa empasse intraprendendo il piano provinciale e predisponendo subito gli atti per l’appalto unico con la raccolta porta a porta. Ogni ritardo avrà colpevoli e chiare responsabilità!
Infine, sul Piano Paesaggistico e sul Parco degli Iblei le roboanti e semplicistiche affermazioni di un incombente pericolo di blocco dello sviluppo, sembrano aver portato indietro la lancetta degli orologi di circa 20 anni, quando, prima dell’affermarsi della concezione di sviluppo ecosostenibile e l’integrazioni delle politiche di sviluppo con quelle di tutela ambientale, come previsto dalle ultime direttive comunitarie, la contrapposizione tra ecologia e crescita economica è stata stridente e inconciliabile. A ben riflettere infatti, questa discussione anacronistica tra gli opposti estremisti che cristallizza il dibattito ha poco senso, in quanto la cosiddetta “opzione zero” non è più possibile. Nessuno si può più permettere di dire no al Parco o al Piano Paesistico in quanto sarebbe una scelleratezza per le opportunità che offre il primo e per la necessità di orientare lo sviluppo e garantire la tutela in un territorio spesso saccheggiato e cementificato senza ritegno il secondo. Contemporaneamente non si può non tenere conto della forte antropizzazione dell’altopiano ibleo e la stretta connessione tra aziende e territorio naturale. Il tema è dunque, superando i furori ideologici, ragionare sul merito della questione.
Piano e Parco sono una straordinaria sfida per la nostra provincia e per la sua modernizzazione ecologica. E’ infatti fondamentale collegare idealmente la qualità delle nostre produzioni tipiche, delle eccellenze enogastronomiche e della nostra migliore produzione ortofloricola alla percezione che induce un territorio tutelato, salvando quello che rimane delle virtualità ecologico-ambientali e rafforzando l’identità locale e la centralità della funzione della comunità locale e diffondendo la consapevolezza di essere associati tutti lo stesso destino. Certo sul Piano va contestata l’azione verticistica non rispondente al principio di un nuovo ethos delle responsabilità e alle direttive comunitarie in materia di programmazione territoriale, va messa in discussione – in questa fase – l’applicazione delle norme di salvaguardia e la doppia conformità (illegittime) e vanno rimosse le illogiche prescrizioni esecutive non confacenti ad uno strumento di pianificazione generale. Però finiamola con queste dichiarazioni che atterriscono agricoltori e imprese a cui non bisogna chiedere di scegliere tra lavoro e ambiente ma orientare e sostenere attività e produzioni di qualità collegate al valore dell’identità territoriale e nuovo sviluppo duraturo in cui l’ambiente è una nuova straordinaria e insostituibile risorsa.
Piano e Parco nascono per essere al servizio della comunità per valorizzare la emergenze ambientali che coincidono con le aree già vincolate (vincoli: idrogeologico, paesaggistico, forestale, archeologico, ecc.) per difendere la biodiversità e ridurre il consumo di suolo, operando per ridurre razionalmente le vaste aree inserite e prive di interesse naturalistico e paesaggistico che produrrebbero solo odiosi impedimenti alle normali attività producendo l’abbandono del presidio svolto dall’agricoltura. E’ una fase storica e tutti saremo ricordati per il coraggio che avremo avuto nel lasciare ai nostri figli in eredità un territorio che ha fatto della virtuosa gestione delle risorse ambientali e culturali l’asse strategico del proprio futuro. (m.c.)
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