IN 50 ANNI DIMEZZATA LA POPOLAZIONE NEL CENTRO STORICO DI RAGUSA

Nel 1951 la popolazione del centro storico di Ragusa nei confini attuali previsti dalla legge regionale speciale era di poco meno di 34 mila abitanti. Oggi negli stessi confini ve ne abitano poco più di 17 mila.

Il centro storico del capoluogo ibleo si è cioè dimezzato! Perchè è avvenuto tutto ciò? La risposta, complessa, attenta, scaturisce da un’analisi che nei giorni scorsi  in seno al dibattito che si è sviluppato a Ragusa con un bel titolo “ieri, opggi e domani” nel gazebo di Piazza San Giovanni, ha fatto con tanta luciidtà ed altrettanta completezza di dati dall’on.le Giorgio Chessari definito a ragione il “padre” della legge speciale sui centri storici e sindaco della città per una consiliatura.

Con la solita attenzione alle analisi storico-economiche Chessari ha fatto la cronistoria dell’adozione dello strumento ubanistico di Ragusa che ha compreso almeno 25 anni nel suo mastodontico iter ed è ora alle porte della sua definitiva approvazione alla Regione siciliana che aspetta solo il parere del Cru.

Ma torniamo alla domanda iniziale delle motivazioni dello spopolamento del centro storico che oggi è diventato il simbolo del decadimento di una città per la quale si prevedeba nel 2010 una popolazion di almeno 100 mila abitanti e quindi con un fabbisogno di aree edificabili idoneo a sopportare una massicia richiesta di edilizia abitativa moderna e diversa da quella del centro storico che tuttavia andava tutelalata con strumenti urbanistici che ponessero la soluzione del problema di una rivitalizzazione del centro storico come peraltro prevedeva la legge 61/81 che assegnava addirittura dei fondi per  l’ammodernamento del patrimonio abitativo e delle attività economiche.

E’ stato grave non aver avuto la disponibilità di un piano particolareggiato che consentisse, come quello che è in fase di definizione alla Regione, accorpamenti, sventramenti, modifiche strutturali pur nel solco della conservazione di un patrimonio edilizio di pregio e soprattutto che mettesse nella dovuta evidenza anche con demolizioni il patrimonio monumentale barocco di edifici pubblici e privati sia ad Ibla che nella zona B come si chiama l’area che dal classico centro storico arriva fino ai Salesiani per intenderci.

Nemmeno la nomina di commissari ad acta per il piano particolareggiato servi a suo tempo ad accelerare l’iter dell’approvazione dello strumento urbanistico perchè tempo dopo la bocciastiura da parte del Consigloio comunale determinò l’ulteriore “morte” del Centro storico di Ragusa.

Ed ora? Ora, lo sostene ancora Giorgio Chessari occorre (fra tre, quattro mesi quando il piano sarà approvato, recuperare piano piano il riassetto della qualità abitativa del centro storico di Ragusa perchè le norme di salvaguardia e tutela che quelle del necessario ammodernamento facciano in modo di far tornare forse le nuove generazioni nel centro storico di Ragusa con il graduale blocco della “fuga” in periferia che ha determinato la crescita di quartieri-dormitorio brutti e urbanisticamente degradati.

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