IMMORALE E STRUMENTALE IL CONVEGNO DEL SINDACATO

Letteralmente immorale: l’iniziativa promossa dalla Cgil di Ragusa presso la sala Avis  dal titolo: “Tempi di vita e di lavoro delle donne” e’ la più chiara ,esplicita ed inequivocabile strumentalizzazione di una organizzazione che,almeno a livello locale,vive costantemente incagliata all’interno della sua doppia e inquietante moralità:quella pubblica,che non rinuncia ipocritamente di parlare della condizione femminile,possibilmente invocando dignità ,legalità e rispetto dei diritti delle donne nel mondo del lavoro e poi quella interna,riservata,possibilmente da nascondere,perché gravissima e infamante. Mi chiedo e chiedo : ma cosa può pubblicamente discutere di questi temi una struttura sindacale che non più tardi di un anno e mezzo fa’ha licenziato in tronco una persona,una donna,una dirigente della Cgil,la ex Consigliera di P Parità della provincia di Ragusa? Come fa’ a predicare di diritti delle donne la Cgil di Ragusa e il suo segretario pro tempore quando  ad oggi e’ pendente per il prossimo 20 dicembre in Camera di Consiglio,la decisione giudiziaria sulle vicende di molestie che ho subito?? Come fa’, mi chiedo con dolore,un’organizzazione sindacale non avere ormai neppure il pudore etico  e il semplice buon gusto  di  evitare,almeno al momento, di discutere della condizione femminile quando la stessa organizzazione ha sottoposto  alla sottoscritta, prima del suo licenziamento,una richiesta di dimissioni volontarie dal rapporto di lavoro e poi,con altrettanta spregiudicatezza la licenzia?Come fa’ la Cgil di Ragusa a non comprendere che la sua iniziativa altro non e’ che il volgare tentativo di ricostruire una credibilità sul versante della dignità della donna,ormai perduto, per la totale spregiudicatezza di un gruppo dirigente insulso  che si intestardisce nel cercare di eludere la gravità di quanto compiuto? Come fa’ a non porsi il problema politico di un

giudizio di lavoro pendente in tribunale (la  prossima udienza  vedra’ gli stessi protagonisti del convegno sfilare in tribunale ) per mobbing, ,molestie,lavoro nero e irregolare e licenziamento discriminatorio e ritorsivo e tutto ciò nei confronti di una donna ???Per non parlare della denuncia che ho dovuto sporgere alla Procura della Repubblica di Ragusa per i reati di truffa e appropriazione indebita nei confronti del segretario Avola per avere perfino illegalmente trattenuto  la mia liquidazione??? O ancora dell’esposto denuncia pendente all’ispettorato del lavoro di Ragusa???Ma di quali diritti delle donne parla la Cgil di Ragusa??? Di quelli avulsi e astratti come puro fatto accademico o dalla realta’ della condizione materiale di vita e di lavoro delle donne e quindi anche di quelle licenziate,molestate,maltrattate e vessate dalla Cgil datore di lavoro???E come non evidenziare in questa occasione che, come e’ noto, il mio caso purtroppo non e’ unico ed e’ perfino stato costituito  un “Comitato delle donne licenziate dalla Cgil”???

Come non accorgersi della palese e volgare strumentalizzazione  di tale iniziativa, peraltro incredibilmente benedetta dalla presenza della segretaria della Cgil Sicilia sig. Mariella Maggio,la stessa che in più di una occasione ,anche ai più alti livelli , stigmatizzava  esplicitamente  e con parole molto pesanti ,il comportamento  gravissimo, discriminatorio e violento dei dirigenti della Cgil Ragusana su tutta la mia vicenda???

Va’ bene che viviamo in un’epoca  in cui tutto si dimentica facilmente e  la vita delle persone e delle donne in particolare, risulta spesso essere  merce,ma un  minimo di buon gusto e di coerenza,specie di questi tempi, non guasterebbe.Quanto poi alle  autorevoli partecipazioni esterne  al convegno,una battuta finale:la Cgil di Ragusa avrebbe  potuto invitarmi per portare la mia testimonianza di lavoro e di vita e quindi dare un contributo alla loro riflessione.

 Certamente l’esito del convegno avrebbe potuto contare su una storia di vita e di lavoro, vissuta da una donna all’interno del datore di lavoro Cgil,lo stesso che promuove convegni in materia(sic…) 

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