“Il seme della libertà”, il secondo libro del poeta e musicista Francesco Maria Cataldo

La prima volta otto mesi fa, all’interno della Sala delle Capriate Gianni Molè, la seconda volta in aperta campagna, nello scenario agreste del Museo Enologos, interessante raccolta di pezzi rari della civiltà contadina, testimonianza della vita agreste delle “masserie” ottocentesche.

Francesco Maria Cataldo, musicista vittoriese, dedito da anni all’attività concertistica e allo studio della musica antica e barocca, ha presentato il suo secondo libro di poesie “Il seme della libertà” (edizioni “Il Faro”, Trento, 2024): in cento pagine, in componimenti brevi che tradiscono la continua ricerca di senso del se e della vita, Francesco Maria Cataldo ha offerto stralci delle sue riflessioni personali, che rappresentano, in qualche modo, una vera “filosofia dell’esistenza”, nelle varie sfaccettature.

A presentare l’opera, in dialogo con l’autore, è stata l’attrice Tiziana Bellassai. In copertina, una foto di viaggio di Stefano Guglielmino (compagno di scuola e amico degli anni giovanili, oggi magistrato a Locri). La foto, dal titolo “La Chance” rappresenta un bambino che si tuffa nel fiume Gange, in India e immortala il momento in cui il corpo, dopo lo slancio iniziale verso l’altro, comincia a librarsi leggero per potere poi ricadere nelle acque del fiume.

La poesia è per il giovane Cataldo una catarsi, un tentativo di ridisegnare in modo unitario le ragioni dell’esistenza o – come egli stesso afferma “l’ultima tappa di un itinerario che si svuota delle gerarchie autarchiche dell’”io” e abbraccia la potenza generatrice del mondo come nuova, possibile realtà collettiva”.

La prima opera di Francesco Maria Cataldo era stata presentata dalla professoressa Lidia Ferrigno.

Alla serata hanno preso parte il sindaco Francesco Aiello, l’assessore alla Cultura, Paolo Monello, la stessa professoressa Ferrigno, amici dell’autore ed esponenti della cultura vittoriese.

La lettura di alcuni testi e le riflessioni di Francesco Maria Cataldo sono state completate dalle “foto di viaggio” di Stefano Guglielmino e dalla potenza musicali di alcuni brani che hanno concluso la serata, in un crescendo di commozione.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it