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Il sabato del Pd
02 Lug 2017 08:29
E’ del tutto normale
e umano che talora i politici possono sbagliare allorquando ritengono per come
normale che il giorno successivo al sabato possono sempre incontrare la
donzelletta che viene dalla campagna. Molte volte non succede e la loro bravura
e capacità intuitiva di quello che può accadere il giorno consiste proprio nel
prevedere in anticipo che dopo il sabato viene la domenica. Per non andare
troppo lontano nel tempo basta ricordare lo sbaglio, peraltro prevedibile, a
cui poteva andare incontro Renzi allorquando per il referendum dello scoro 4
dicembre noi tutti siamo stati chiamati ad esprimere il nostro voto su diversi
argomenti per alcuni dei quali potevamo essere d’accordo e per altri di parere
contrario ciò evidentemente comportando un “si” o un “no” non perfettamente
rispondente al nostro intendimento. Quello che si sta verificando in questi
giorni appare, per alcuni aspetti rilevanti, di pari eguaglianza
Circa 2 milioni di
elettori nelle recenti primarie del Pd hanno votato Renzi, seppure forte e
virulente era l’interna battaglia fra maggioranza e minoranza. In qualsiasi
partito fondato su una democrazia rappresentativa interna è del tutto normale
che possa esistere una diversità di vedute che, però, si elimina con
l’espressione di un voto interno che induce la minoranza e seguire il volere
della maggioranza. Se, invece, la diversità di pensiero la si ritiene oltremodo
diversa si forma un partito o una coalizione diversa che nella sostanza una è
del tutto diversa dall’altra.
Orbene, la politica
intesa come attività operativa se ottiene la maggioranza si scontra con il
potere economico che in ragione della sua potenza può essere dominato, poco
controllato oppure talmente forte da essere subito. Ma il potere economico è
anche, se non sopra tutto, espressione operativa delle scelte quotidiane dei
cittadini allorquando queste e non di rado vengono recepite.
Ne consegue che il
potere politico non sempre può dominare quello economico. Ne è quotidiano
riprova il fenomeno migratorio ignorato
per esigenze unilaterali da molti stati membri europei che invece lo dovrebbero prendere in seria
considerazione.
I cittadini elettori
dimostrano la loro insofferenza o adesione con l’espressione del voto o del non
voto.
La recente scarsa
partecipazione elettorale è ancora più significativa se si considera che si
verteva su elezioni, per così dire, domestiche, vale a dire per la scelta del
propri amministratori locali.
Era di sabato il voto
confluito su Renzi in occasione delle ultime elezioni europee. Non si era mai
verificato un valore superiore al 40% o forse solo una volta ma non meno di 80
anni addietro. Quel voto fu dato in prestito da parte dell’elettore che si
aspettava i conseguenti atti politici operati che,per la verità, talora non
ostante la buona volontà debbono pure fare i conti con il potere economico. Il
complessivo esame degli avvenimenti siano essi politici, economici o
congiunturali debbono fare i conti con le parti interessate che molto spesso
per tutelare il loro interessi non contribuiscono a renderli possibili. E’ politico e sostanzialmente fondato il
richiamo che viene inviato all’Europa perché si accinga ad intervenire per
aiutare il nostro Paese ad essere lentamente ma con costanza invaso da migranti
stranieri che in minima percentuale sfuggono da guerre locali.
In buona sostanza, la politica di un partito
deve poter essere vista e considerata in rapporto allo spazio operativo di cui
dispone e tale spazio – solo per esemplificare- è alquanto ridotto se viene
consentita la produzione di carta fotostatica all’estero per essere poi venduta
dalle nostre parti senza pagare dazio.
Le potenziali
condizioni operative non possono esser riferite solo al Pd ma anche agli altri
partiti che seppure da visuali diverse hanno pur sempre problemi analoghi.
Anche noi liberi e
normali cittadini per come del resto lo sono milioni di perone ci prestiamo ad
essere considerati con facoltà discernitiva che si è a poco a poco nel tempo
abbassata di molto. Le calzemaglie le indossano sia le ragazze fisicamente
idonee e sia quelle che pesano 100 chili che guardandosi allo specchio di casa
dovrebbero accorgersi di non essere del tutto idonee. Lo stesso dicasi per
l’uniformità prevalente del comune sentire che induce molti giovani ad
acquistare pantaloni solo se sono strappati.
Ognuno dovrebbe
comportarsi ed agire in conformità alle proprie personali culture formatesi a
poco a poco nel tempo.
L’elettore – per
ritornare al dato iniziale – ha ciò non ostante fatto capire ai partiti non
andando a votare secondo prevedibili e passati dati che vuole capire con
elementare certezza e convinzione se quel partito rispecchia le sue
convinzioni. In assenza di questo dato molti non cercano nemmeno dove hanno
conservato la tessera elettorale. Il Pd sappia che dopo il sabato viene la domenica.
Politicus
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