IL RITO DEL VENERDI’ SANTO A POZZALLO

 

Grande fede e profondo sentimento religioso per la passione di Cristo Gesù. Ma anche tradizione, emozione, folclore, misti a speranza e voglia di resurrezione, degli uomini tutti, credenti e non, il Venerdì Santo a Pozzallo, nell’antica chiesa di Portosalvo, quando, alle nove del mattino, tra preghiere e canti, il grido di esortazione “Viva Maria!”, annuncia che la statua della Vergine Addolorata, rimossa dall’altare centrale, è pronta per la processione per le vie della città, per rinnovare l’appello a condividere la croce del figlio, per rinascere a vita nuova, superando e correggendo fragilità, miserie ed errori, con lo stesso sincero pentimento maturato da uno dei due ladroni affiancati al Cristo in croce. Le emozioni non si raccontano. A scinnuta ra Maronna è momento di fede, preghiera, perdono, supplica, conversione. Di grande impatto emotivo. Tutto da vivere.

“La mattina del Venerdì Santo – scrive Grazia Dormiente – nella piccola e grande chiesa di Portosalvo il popolo devoto modula canti e bisbiglia preghiere, assistendo partecipe  “a scinnuta ra Madonna”, vale a dire alla rimozione della statua della SS. Addolorata dall’edicola dell’abside angelicamente affrescata. Il simulacro di legno policromo dell’Addolorata, donato alla chiesa nel 1822 dal commerciante napoletano Vincenzo Falanca, giungeva a Pozzallo via mare, eloquente messaggio di fede ai Pozzallesi, che al pianeta mare hanno rivolto e rivlgono attese, speranze e sogni. Sul solido telaio dal piano inclinato munito di robuste guide, lentamente, tra ansie di sguardi e sostegni di mani, si fa scivolare la sacra Statua, grazie all’esperta sincronia di movimenti dei componenti la Confraternita Maria SS. Addolorata”.

  

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