IL RISPETTO DELLE REGOLE SENZA SE E SENZA MA

In merito ad alcune dichiarazioni rilasciate dai vertici del Laboratorio 2.0, relative all’oscuramento degli impianti pubblicitari non in regola, viene spontaneo chiedersi, se dobbiamo rassegnarci al fatto che la prolungata permissività da parte delle precedenti amministrazioni nei confronti di una condotta illegale o abusiva possa autorizzare coloro che l’hanno perpetrata a sentirsi legittimati.
Inoltre ci chiediamo se il fatto che molta parte dell’economia si muova attorno ad un così alto numero di impianti pubblicitari abusivi o illegali, così come candidamente ammesso dal Laboratorio 2.0, costituisca una ragione valida perché si continui a soprassedere da parte di chi deve ergersi a garante della legalità e del rispetto verso la città e soprattutto verso coloro i quali osservano le regole.
Infine il dubbio che ci sorge è come sia possibile svendere l’incolumità dei cittadini quando si abbia pienamente contezza del fatto che per molti di questi impianti manchino i requisiti minimi di sicurezza previsti per legge.
Riteniamo che sia incompatibile con il ruolo di rappresentante politico/culturale, lo scandalizzarsi di Laboratorio 2.0 per il fatto che il Comune non abbia voluto rinnovare le concessioni a chiunque non risultasse in regola con i pagamenti delle tasse di pertinenza. Che esempio può dunque dare, chi, come vorrebbe fare il Laboratorio 2.0, da un lato si erge a paladino della legalità e della trasparenza, e dall’altro, come in questo caso, difende di fatto situazioni, peraltro “croniche”, esattamente opposte rispetto a tali enunciazioni di principio?
Il tutto tralasciando le ulteriori gravi affermazioni relative a presunti favoritismi verso fantomatiche aziende “amiche” verso le quali l’amministrazione comunale avrebbe chiuso non uno ma entrambi gli occhi. Ovviamente ognuno si prende la responsabilità delle proprie affermazioni, tanto più che queste risultino mendaci e lesive dell’immagine dell’amministrazione comunale stessa, e non solo.
Ci preme ricordare che l’onestà che caratterizza la nostra coscienza politica, merce assai rara fino a questo momento, ci ha imposto che tutta questa triste vicenda si svolgesse all’interno di un dialogo sereno, costruttivo e fortemente voluto dall’amministrazione, con CNA, ASCOM e tutte le aziende del settore.

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