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Il racconto meraviglioso dell’inclusione alla scuola “Quasimodo-Ventre”
01 Mag 2025 06:20
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
C’era una volta una parola molto parola. Il suo nome era “Inclusione”. Era una parolina sulla bocca di tutti e scritta su tutti i fogli possibili delle leggi del regno di Burocrazia. Sopravviveva in una famiglia senza fine. Le sue sorelle Tolleranza, Diversità, Fragilità dormivano nella stessa stanza con i fratelli Rispetto e Altro. Dormivano tanto.
C’era una volta questa parola (ma mica così tanto tempo fa) vestita di grigio con un foulard di retorica al collo. Un po’ tanto obbligatoria e in quanto tale un minimo spentina. In questo tempo di cui diciamo, non se la passava meravigliosamente bene, a dire di alcuni.
Bene. Favole a parte. L’iniziativa della scuola “Quasimodo-Ventre” di Ragusa e Marina di Ragusa è di straordinaria bellezza per molte ragioni. Ma, ai miei occhi, per una in particolare. Riflette la scelta di soffiare la vita in una parola per il tramite di gesti e azioni precise. Scandite dal colore del gioco, dalla creatività della condivisione, dall’esperienza dell’allegria, dal talento dell’immaginazione. Tra orti magici, labrador amici dei non vedenti, storie di bambini di altri continenti, dipinti sui cartelloni più autentici, sport e archi dalle frecce più insospettabili scagliate dall’anima di un’aula verso il futuro del pianeta. Ed è così che una parola retorica e tecnica diventa la realtà di un sogno tra le pagine fitte di un diario.
Ieri, l’Istituto Comprensivo “Quasimodo-Ventre” di Ragusa ha celebrato per il quarto anno consecutivo la Festa dell’Inclusione, un’importante occasione educativa per riflettere sul valore dell’inclusione, della diversità e della convivenza pacifica. Un tema quanto mai attuale e delicato.
L’inclusione normalmente mira a garantire a tutti gli studenti, compresi quelli con disabilità o bisogni educativi speciali, la possibilità di apprendere e svilupparsi in un ambiente che rispetti la loro individualità e le loro capacità. Il processo che coinvolge la scuola, gli insegnanti, gli studenti e le loro famiglie è inteso a creare un ambiente di apprendimento più accogliente per tutti. Ma è anche molto di più.
Ieri, tra Ragusa e Marina, si sono svolti laboratori creativi e giochi inclusivi, curati dalle associazioni del territorio che hanno gentilmente accolto l’invito a collaborare.
Le associazioni coinvolte sono state: Alba Chiara, La casa delle donne, Anfass, Aba Community, CSR, Centro Medico Riabilitativo, APS con l’animale, Nuovi Orizzonti, Ente Nazionale Sordi, Scuola Cani Guida Hellen Keller, Così come sei, Orti Sociali, I bambini delle fate, Piccolo Principe, Taraké, Filotea, Ci ridiamo su, Namasté.
L’evento si è concluso con un momento di condivisione tra alunni, docenti e operatori coinvolti. Perché, signore e signori, l’inclusione non è mai noiosa. Non è mai malinconica. Al contrario, è divertente. Scintillante. Vitalissima. Ed è un dovere solo se capiamo che stare bene tutti insieme è un dovere. Se la felicità è un dovere.
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