È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL POTENZIALE ABRUZZESE
30 Mag 2011 19:02
Il 6 aprile 2009 un terremoto colpiva duramente la provincia dell’Aquila e i cui effetti si verificarono, con minore intensità, anche nelle regioni confinanti con l’Abruzzo. I danni furono numerosi e in tutti i settori. Tutt’oggi si è ben lontano da un ritorno alla normalizzazione. All’evento tragico si aggiunsero una svariata serie di interessi speculativi, oramai chiaramente evidenti, pronti a guadagnare sui fondi destinati alla ricostruzione, di fronte a cui la politica non sempre sembra aver tenuto un comportamento trasparente. L’Aquila divenne in breve tempo una passerella dove sfilavano politici nella ricerca di consenso: una specie di “Donna sotto le stelle” dei politici. Come se non bastasse, c’è stato qualcuno che è riuscito a prendersela con l’Abruzzo, definendolo un peso morto. Dichiarazioni del genere lasciano non poco sconcerto, soprattutto dopo che le indagini hanno fatto trapelare la speculazione, di qualche imprenditore, che si è creata subito dopo il terremoto.
In risposta a chi sostiene che l’Abruzzo è una regione morta, trattiamo un settore di imprenditori, quello vitivinicolo, che voglia di ridere per quello che è successo all’Aquila probabilmente ne ha poca, ma che le maniche se le è rimboccate senza aspettare suggerimenti dalla classe politica.
È indubbio che a viticoltura e la pastorizia sono due attività economiche di vitale importanza per la regione e che in passato ha subito un momento di flessione, soprattutto la pastorizia, a causa dello spopolamento montano. Un cambio di rotta si è già verificato. Da una parte i viticoltori hanno capito di possedere un patrimonio viticolo capace di dare grandi risultati qualitativi e non solo quantitativi, dall’altra, la maggiore attenzione di una parte dei consumatori, ha spinto molti imprenditori agricoli ad avviare una produzione casearia piccola, ma fortemente attenta alla qualità del prodotto. Il vino, però, è il settore che ha dato i maggiori risultati.
La viticoltura abruzzese in passato aveva un ruolo abbastanza comune a tutto il meridione: fortificare con i propri mosti gli anemici vini del nord. Il fatto che il mosto venisse pagato in base alla percentuale zuccherina, spingeva gli agricoltori a produrre il maggior quantitativo d’uva per avere un quantitativo maggiore da vendere e a vendemmiare tardivamente in modo da avere un’uva ricca di zuccheri. Questo implicava, però, che l’uva destinata alla vinificazione desse vita a vini particolarmente alcolici, poco eleganti e grossolani.
Il montepulciano, l’uva più importante dell’Abruzzo, ben si presta al ruolo che ha sempre avuto in passato e che in parte ancora oggi possiede. Uva molto produttiva, capace di accumulare tanti zuccheri, ricca di colore, giustamente tannica, ma soprattutto, grazie al clima e al territorio montagnoso dell’Abruzzo, capace di possedere un certo quantitativo di acidità. Queste caratteristiche fanno del montepulciano un vitigno predisposto ai grandi risultati. All’inizio furono pochi a capirlo, soprattutto un nome, e pochi si impegnarono su questa strada. Oggi la situazione sta cambiando rapidamente e, con la richiesta di prodotti di maggiore qualità, sono sempre di più i produttori che accanto a un montepulciano beverino, ne producono uno di grande importanza. Addomesticare il tannino un po’ rustico del montepulciano non è più un problema oggi, così come evitare il forse sentore animale all’olfattiva che puniva in eleganza quest’uva. La novità, però, è il crescente interesse che il montepulciano in questa veste sta avendo all’estero. Sia perché il prodotto è decisamente di qualità, sia perché i prezzi non sono ancora proibitivi come quelli di altri vini italiani.
Oggi il montepulciano, nelle versioni importanti, è un vino di grande struttura, impenetrabile nel colore, un buon quantitativo tannico, in base a dove coltivato con maggiore o minore freschezza, capace di un notevole invecchiamento, ma soprattutto un vino con un carattere tutto suo.
Il montepulciano si presta però anche abbastanza bene, non sempre a dire il vero, in versioni più immediate, ma sorprende in particolare nella versione cerasuolo (rosato), poco apprezzata però dal consumatore italiano.
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