IL PIANO TRIENNALE DELLE OPERE PUBBLICHE PASSA CON LA SOLA FORZA DEI NUMERI

Lunga ed estenuante seduta del Consiglio Comunale che doveva esitare 8 punti all’o.d.g., fra cui, all’ultimo punto l’Approvazione del Programma Triennale delle Opere Pubbliche unitamente all’elenco annuale 2013.

In apertura di seduta venivano approvati, all’unanimità, due documenti.

Uno l’odg, proposto ai consigli comunali dall’ANCI, per sollecitare il Governo centrale e la Regione Siciliana sulle riduzioni al Fondo per le Autonomie locali, da mettere in relazione i provvedimenti adottati in ossequio alla Legge d stabilità della Regione Siciliana, con situazione di grave difficoltà, paradossale per i Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, dal 2013 obbligati a concorrere al patto di stabilità.

Il secondo era una mozione relativa agli effetti della legge di stabilità 2013 che aumenta, dal 1° gennaio 2014, l’aliquota IVA per le cooperative sociali del 150%, portandola la 10%, con considerevoli effetti negativi della norma che colpisce un particolare strumento di utilità sociale, riconosciuto dalla legge 381/91, che riconosce le cooperative sociali come essenziali per il perseguimento di finalità di interesse generale della collettività, attraverso la gestione di servizi socio-sanitari, educativi e di attività produttive, attraverso quali permettere l’integrazione lavorativa di persone svantaggiate e disabili. 

Successivamente, fra le diatribe fra maggioranza e opposizioni, per il prelievo e la trattazione del Piano Triennale, veniva rimandato alla conferenza dei capigruppo l’odg per il Piano di Sburocratizzazione presentato dal consigliere Sonia Migliore. Si conveniva, con l’impegno del Presidente del Consiglio, di verificare al tavolo dei capigruppo quale commissione coinvolgere per mettere mano ad un piano di revisione della giungla dei regolamenti che, pare, come dichiarato dalla Migliore, assommano a circa novanta per una totale disattenzione a quello che potrebbe essere uno snellimento burocratico a favore di cittadini e imprese.

La maggioranza si è mostrata rigida di fronte ad una problematica importante, per la quale la Migliore, da politica navigata, è riuscita a rubare la scena ai paladini del rinnovamento e dell’alleggerimento del peso dello istituzioni sui cittadini, con una iniziativa che sarebbe epocale per un Comune appesantito dalle zavorre della vecchia e complicata politica di prima e seconda repubblica.

Messi da parte, ben oltre le ore 2 della notte, l’odg e la mozione, rispettivamente dei consiglieri Tumino e Spadola, entrambe con altri firmatari, relative alle varianti al PRG, inerenti la possibilità di costruzioni in verde agricolo, punti rinviati alla luce dell’incontro richiesto dalla filiera delle costruzioni con i vertici dell’amministrazione e del consiglio comunale.

La trattazione del Piano Triennale delle Opere Pubbliche ha occupato gran parte della seduta, caratterizzato dalla plateale, ma scontata, esibizione di forza dei numeri che non ha lasciato spazio a nessuna concessione per le opposizioni che si sono esibite in una prevedibile, ma quanto mai inutile, recitazione del ruolo loro assegnato dalle inique scelte di coalizione e dalle norme elettorali che hanno relegato in secondo piano quanti avevano ricevuto il consenso di oltre la metà degli elettori ragusani, secondo piano che diventa buio totale di una cantina alla luce dell’atteggiamento, più volte palesato, della maggioranza consiliare di nulla concedere alle minoranze.

Tutto l’iter di approvazione è stato caratterizzato dalla permanente bagarre, dai ripetuti interventi dei consiglieri delle minoranze  che hanno, invano, tentato di mettere anche una piccola firma sul piano, puntualmente bocciati da una maggioranza che malcelava, con ripetuti risolini e sguardi ironici, l’intimo godimento di veder affogare l’esiguo drappello di oppositori nella melma dei numeri che non davano scampo, la stessa definita apertamente da un consigliere grillino come la “forza bulgara dei numeri” che, con minaccia puntualmente adottata, è stata fatta valere senza alcuna riserva.

Come più volte emerso e come fatto rilevare dall’assessore competente, presente in aula assieme al Sindaco e al collega del Bilancio, unitamente ai revisori dei conti e al Dirigente del Settore, il piano ripercorre per esigenze tecniche legate alla presentazione del bilancio, quello della precedente amministrazione, con solo alcuni interventi nuovi che si identificano nel rinnovamento della rete tecnologica sottostrada in diverse vie della città, in alcune opere indifferibili ai tetti del Castello di Donnafugata e l’eliminazione del sovrapassaggio della ferrovia in via Paestum.

Come si ricorderà, punto fermo del piano è stato quello di porre uno stop ai mutui e di preferire le opere strutturali. La giunta Piccitto non ha cancellato il passato perchè ha previsto il riammodernamento del tratto di via Roma che va da corso Italia fino alla Rotonda, per una spesa di 250 mila euro che dovrà essere integrata con i fondi per la legge su Ibla, per stabilire una continuità con il tratto già rimodernato di quella che, una volta, era la via principale della città.

Altri interventi inseriti nel piano triennale sono la riqualificazione di via Coffa, da corso Vittorio Veneto al ponte vecchio, la copertura del campo di bocce di contrada Petrulli, il rifacimento del campo di atletica leggera e del manto erboso sempre a Petrulli. Emendamenti dell’amministrazione hanno poi inserito nel piano alcuni interventi per la messa in sicurezza di alcuni edifici scolastici e la riqualificazione dello stabile comunale del Carmine, ex istituto professionale, da finanziare con fondi statali, qualora ottenuti, per destinazione uso uffici giudiziari.

Non sono mancate le critiche da parte di tutti gli esponenti delle minoranze, ma, ininterrottamente, si ergeva a protagonista della serata, per le sue innegabili competenze, per il garbo istituzionale e per le precise eccezioni sollevate, il consigliere del PDL Maurizio Tumino che non ha mancato di esprimere tutto il suo disappunto per gli impegni sottoscritti in commissione e non onorati, per la grave mancanza, ammessa anche dal Presidente del Consiglio di importanti parti delle documentazioni che dovevano corredare gli atti, per la cronica mancanza di risposte ai tanti interrogativi da lui sollevati, in più occasioni.

Scalpore hanno suscitato, per quanto, evidentemente, non in grado di inficiare il regolare iter dell’approvazione del piano, i rilievi posti sulla mancanza del programma annuale relativo al piano di spesa della legge su Ibla, la 61/81, e la scoperta, come firmatari  di progetti, in qualità di responsabili unici del provvedimento, dell’architetto Colosi, dirigente dell’ente ormai in pensione da tempo, e del geom Iannucci, già tecnico del Comune, attualmente in giunta come vicesindaco.

Dopo la bocciatura di tutti gli emendamenti presentati dalle minoranze, il piano è stato approvato con i soli voti della maggioranza, mentre le opposizioni avevano deciso di abbandonare l’aula.

Dopo alcune schermaglie procedurali per sospendere prima, e rinviare quindi la seduta, provocate dal facile entusiasmo di qualche consigliere grillino ancora digiuno di prassi consiliare e favorite dalla stanchezza che, ormai, aveva aggredito anche il Presidente del Consiglio, la seduta è stata sciolta, con il rinvio dei pochi punti inesitati.

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