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IL “PADRONE” NON ACCETTA DISSENSO
02 Feb 2011 18:41
Dipasquale è un sindaco da cartellino rosso per le troppe entrate a gamba tesa nei confronti di tutti i partiti.
Continua il metodo “sfascia partiti” e “smonta coalizioni” del sindaco Di pasquale che pur di assicurarsi la prossima vittoria elettorale non esita minimamente a fare forzature nei confronti di chiunque.
Il progetto del nuovo polo centrista a livello nazionale rischia di naufragare per il cosiddetto caso Ragusa, dove un sindaco della PDL senza scrupoli si incunea dentro e spacca tutto pur di avere il sopravvento.
Dipasquale, che dimostra ogni giorno sempre di più il suo essere “berlusconiano”, senza nessun rispetto per i Partiti, ha fatto man bassa di consiglieri, come il suo “padrone” romano fa con i parlamentari e adesso ricatta i partiti.
Non riusciamo a capire come è possibile che uomini del calibro del presidente della provincia on. Franco Antoci e altri, abbiano potuto permettere di affiancare il simbolo dell’UDC e di FLI vicino al sindaco Di pasquale, mentre a Roma i loro partiti gridano vendetta contro il PDL e Berlusconi.
Siamo sicuri che Casini e Fini potranno permettere un’alleanza così anomala nell’unico capoluogo siciliano che rinnova l’amministrazione comunale?
Come è possibile che Leontini a Palermo attacca ferocemente un governo regionale retto da Api, Fli, Udc ed Mpa, mentre a Ragusa elemosina i voti dei suoi avversari a vantaggio del sindaco Dipasquale?
Pensate sia possibile che l’alleanza tra Udc, Fli e Pdl possa reggere a Ragusa contemporaneamente a ciò che accade a Roma e Palermo?
E se dovessero esserci elezioni politiche anticipate, provate ad immaginare i comizi in piazza: occorrerebbero 2 palchi, uno per ospitare Leontini Antoci e Malfitano a sostegno del sindaco Di pasquale e l’altro per ospitare Leontini da solo a parlare contro Antoci e Malfitano e viceversa.
Onore all’MPA e all’API che resistono alle sirene dipasqualiane che hanno ridotto la politica locale e la città ad una sterile contesa di predominio consensuale trascurando le vere esigenze della città, e lo dimostra il fatto che in queste lunghe settimane di discussioni con i “suoi” partiti il Sindaco non ha mai parlato di programma, idee, ideali; ma di mero posizionamento, di mantenimento di poltrone e potere.
Il PD tiene la schiena dritta, va avanti e non si piega dimostrando alla città che a differenza del centro-destra, seglie i candidati democraticamente attraverso le primarie, si confronta sul progetto politico e propone alleanze sulla base di idee e programmi, non sulla base di sterili e piccoli calcoli matematici tesi a verificare se, per prendere un consigliere in più conviene allearsi con un sindaco che passerà alla storia solo per la sua goffa arroganza politica.
Siamo certi che i ragusani sapranno punire il metodo antidemocratico che Dipasquale attua convinto di essere supremo governante di un popolo a lui sottomesso e lo spedirà a casa.
Tra l’altro cosa potremmo aspettarci da un primo cittadino che annuncia i festeggiamenti dei 150 anni dell’unità d’Italia mentre contemporaneamente sposa il progetto di Ragusa provincia autonoma: questo fa parte del suo folclore politico, della sua innata incoerenza, della sua voglia di primeggiare, non vorremmo che la storia della provincia autonoma fosse il primo passo verso lo stato indipendente di Ragusa, dove l’unico e vero padrone non può essere che “RE NELLO I° il costruttore”.
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