IL NERVOSISMO ATTANAGLIA TUTTI I PROTAGONISTI DELLA SCENA POLITICA

Desidero, innanzitutto, rivolgere duplici scuse: le prime per avere utilizzato lo peseudonimo con cui, normalmente, firmo i miei commenti ad articoli di giornale. Ho notato che qualcuno ha preso male la cosa ma ritengo di non avere fatto niente di diverso da quanto avviene su tutti i quotidiani.

Sono certo che sarà d’accordo con me che l’uso è comunque legittimo, in aggiunta desidererei puntualizzare che l’accorgimento non è tanto dovuto a precauzione per eventuali critiche e rilievi negativi che, in ogni caso, entro i limiti dell’educazione e del controllo personale, non possono essere oggetto di chissà quali timori e paure, quanto piuttosto perché capita spesso che, postando un commento, si può o si vuole o si deve, per amore di verità, incensare qualcuno e la cosa può dare adito ad interpretazioni di vario tipo, per cui il commento va lanciato e preso per quello che è, senza artifici di proprietà intellettuale che potrebbero fuorviare nella valutazione.

Altre scuse sono dovute perché, inconsapevolmente, ho sollevato una discussione i cui toni, inspiegabilmente si sono elevati ed alterati, senza motivo, anzi a sproposito.

Mi sono deciso a scrivere sentendomi parte in causa nella diatriba, – assicuro che il termine è appropriato, dal momento che ci sono stati molti rilievi, ben fondati, sulla proprietà dei termini utilizzati – chiedendole di mantenere la firma di Chit54 per le motivazioni addotte prima.

Intervengo non per dirimere gli scontri verbali e gli apprezzamenti scambiati, non mi toccano nemmeno quelli a me rivolti, ma per mettere in risalto come anche questo episodio faccia trasparire il nervosismo di fondo che attanaglia tutti gli attori della scena politica, politici, movimentisti, elettori e, per piacere al sig. Sciascia, quasi a compensarlo del persistente anonimato, mestieranti e maggiordomi.

Mi lamentavo, e ho trovato una sponda favorevole nel sig. Pluchino, perché ritenevo poco confacente come notizia il lamentarsi introducendosi nelle questioni interne di altri partiti, soprattutto per una prassi consolidata di scorrimento degli eletti tramite nomina assessoriale. Legittimo il rilievo, ma più legittima la critica, quando, peraltro, faceva rilevare alcune lacune di competenza a proposito del concetto di indipendente e della incompatibilità, lacune che stridevano con il ruolo, come poi ho avuto modo di appurare, di coordinatrice regionale del movimento.

Considero corresponsabile del ravvivarsi del fuoco, che poteva restare a covare sotto la cenere, l’intervento del segretario del’UDC, partito tirato in causa nell’articolo: non solo estremamente deciso, a plateale difesa del segretario regionale D’Alia, ma anche duro nei toni. Ma come può il rappresentante di un partito di governo, fresco di affermazione regionale, sia pure non esaltante ma comunque bastevole per salire sul carro della sfilata, cadere nella provocazione di un piccolo movimento che, nella stessa competizione, non aveva raggiunto nemmeno l’uno per cento e, in particolare, nel suo territorio, veniva fuori con numeri da pallottoliere?

Esigenze di stile e di scaltrezza politica avrebbero consigliato di restare appagati degli esiti della provocazione, invece si è ritenuto opportuno scagliarsi contro il sottoscritto e contro il dott. Lavima, andando a scomodare anche personaggi illustri e facendo da traino ai commenti piuttosto variegati, due di elettori di Meli  che addirittura conservavano trascrizione del messaggio di solidarietà  a Drago e dello statuto dell’UDC (sfido altri elettori dell’UDC a trovarsi nel cassetto materiale di questo tipo ), altri che intavolavano discussioni sulle strategie politiche dell’UDC, in sede nazionale e locale, tutti con considerazioni opinabili e contraddittorie al tempo stesso.

Se non altro per ricambiare la considerazione rivolta al mio commento, debbo rilevare come legittimo l’intervento di questo sig. Pluchino che, con dovizia di particolari e attenzione verso ogni parola, lette quelle degli altri, scritte le sue, con toni in ogni caso pacati e rispettosi, in definitiva con estrema serenità, faceva il punto della situazione, magari in maniera non condivisibile ma, di sicuro, obiettivo, come aveva premura di evidenziare.

E come ritengo, e ho avuto modo di esternare, a proposito dello scivolone del segretario dell’UDC sulla provocazione del movimento, così il Presidente del movimento, amico di politici e di magistrati famosi, va a scagliarsi contro un povero lettore che viene preso a schiaffi e sputi (virtuali) perché anonimo mestierante della politica, anima in livrea o maggiordomo della politica, questuante puzzolente pronto a barattare l’anima. E menomale che il movimento è Cristiano e Liberale, altrimenti il povero disgraziato lettore sarebbe già in una tradotta, spedito con destinazione la Siberia o uno dei  tanti campi di concentramento della seconda guerra mondiale, magari in compagnia o al servizio come maggiordomo, per la felicità del Presidente, di Angelino Alfano  (internet docet !! ), per quanto la cosa, per espressa ammissione dell’interessato, lo renderebbe felice.

E ciliegina sulla torta, l’elegante chiusura del lettore che non solo si firma e fa notare come la mancanza di firma non era a lui addebitabile, si compiace pubblicamente di come alla sua lettera non si  siano potuti opporre rilievi, ma soprattutto si rivela per non essere nessuno dei mostri sventolati a gran voce dallo Sciascia, porgendo infine l’altra guancia in uno slancio di cristianità che avrebbe fatto impallidire i migliori della vecchia Democrazia Cristiana.

Così si capisce, veramente, perché la gente è stanca di tutti i mestieranti della politica, vecchi e nuovi.

 

 

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