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IL “MOVIMENTO DEI FORCONI” DIFFIDA LA POLITICA DEL PRESIDENTE LOMBARDO E DICHIARA GUERRA TOTALE AL SISTEMA
06 Dic 2011 06:39
Molti quando ne sentono parlare non prestano attenzione, pensano a uno dei tanti gruppi, per così dire, extraparlamentari, di quelli che non fanno altro che lamentarsi senza proporre rimedi. Alcuni non ne hanno neanche mai sentito parlare. Ma in questo ultimo periodo il Movimento dei Forconi le sta tentando tutte per farsi notare, per spostare l’attenzione sulle richieste che da tempo rivolgono alla classe dirigente: l’associazione composta da agricoltori, pastori e allevatori siciliani, sulla scia dell’esperienza del “Movimento dei Pastori Sardi”, è volta a sottolineare, per cercare di combattere e dunque eliminare, il disinteresse e il maltrattamento nei confronti della categoria da parte delle istituzioni.
“E’ l’ultima manifestazione civile” dichiarano rivolgendosi alle prefetture di tutta la Sicilia: il 15 dicembre hanno infatti organizzato una manifestazione a Catania per dire al Presidente Lombardo, a tutto il Governo e alla maggioranza che lo sostiene, che la legge 732, quella sugli “Interventi per lo sviluppo dell’agricoltura e della pesca, norme in materia di artigianato, cooperazione e commercio” non è nient’altro che un palliativo, che con un paragone piuttosto duro definiscono “una medicina per un malato di cancro”.
“E’ il medico che è sbagliato?” – si domandano in una nota i portavoce del Movimento – “Forse si. Siamo portati a pensare di essere nelle mani di incompetenti che vogliono insegnarci il mestiere. Con presunzione vogliamo dire a questo Assessore che oggi non è il momento per una riconversione varietale. Tante sono le ricette di soluzioni miracolistiche che si leggono sulla stampa, ma quello che accade nelle campagne tutti i giorni è un film malinconico già visto, senza lieto fine. Non basta più unirsi per fare potere contrattuale perché l’esistente non brilla. I paragoni con la “Melinda” non reggono in Sicilia, il contesto è totalmente differente. Perché in Trentino non fanno la stessa cosa con le pere?”
Per il Movimento dei Forconi la Sicilia è una terra che genera decine di eccellenze e nonostante ciò, le sue produzioni vengono continuamente contraffatte. Per questo e altri motivi è necessario che la politica trovi la cura giusta, strutturale, che non potrà mai essere qualche milione di euro distribuito in mille rivoli così come ha fatto il recente decreto legge 732.
Le frontiere non si possono chiudere a causa della globalizzazione: un motivo di riflessione per mettere in discussione il più grande errore planetario, che il Movimento siciliano definisce “macroscopico”.
E su questo presupposto parte una lunga serie di interrogativi che da tempo non trovano risposta: “Perché non far partire in Europa una discussione politica di correttivi per un bilanciamento dei costi? Altro che PAC 2014-2020, altro che premi a ettaro coltura. Come si potrà resistere ai paesi di tutto il mondo che hanno costi che sono un decimo dei nostri? Vorremmo sapere almeno quanto entra in Sicilia dall’estero e quanto ne esce. E il marchio Sicilia? Va benissimo, ma se non si parla prima di personale specializzato ed affiancato da forze dell’ordine per i controlli, a che serve il marchio rinomato in una terra così inquinata dai furbi? Ma prima di ogni discussione sulla produzione, sulle varietà o sulla commercializzazione, vogliamo parlare della situazione finanziaria delle aziende? Come vogliamo ripartire davvero? Con le tasche piene di debiti non si può. Possiamo sopportare i pagamenti della GDO a 150 giorni? Perchè l’Italia non recepisce le stesse norme comunitarie a riguardo, come in Francia, dove le stesse catene pagano a trenta giorni?”
Il Movimento dei pastori, agricoltori e allevatori siculi si rivolge poi direttamente a Raffaele Lombardo che per promuovere la legge 732 “per il rilancio dell’agricoltura dell’isola” aveva acquistato un’intera pagina di giornale: “Perché vuole mentire a se stesso il nostro Presidente sapendo di mentire? Perchè lo fa? Governare in questo momento non è facile, non c’è dubbio. Le città, le Regioni, troppe difficoltà di finanza dell’ente pubblico, troppe difficoltà dal punto di vista politico. I partiti del bipolarismo degli anni novanta si disgregano, o forse meglio, sono costretti a stare insieme da un sistema elettorale sbagliato, antidemocratico. Sembrerebbe un modo per scappare dai problemi. Viene giù un sistema che stava tranquillamente appollaiato su tutto e su tutti, tanto era facile risolvere col debito pubblico ogni genere di problema. Purtroppo su quella tranquillità si è generato quel meccanismo che oggi rimane nudo, ma che tenta di salvarsi la faccia, lascia le castagne sul fuoco ad un governo del Presidente Monti, al quale è stato assegnato un compito difficilissimo, in un momento drammatico. Facile stare all’opposizione. E Monti potrà anche fare manovre da centinaia di miliardi, gli italiani supinamente potranno anche pagare, ma se non finisce il “sistema Finmeccanica”, che vale per tutto il territorio nazionale, da Bergamo a Palermo, da Milano a Reggio Calabria, se non si bloccano i delinquenti e i ladri vestiti da deputati, ci sarà poco da fare.”
Il Movimento dei Forconi su questo punto è chiarissimo: tra qualche mese infatti, continuando su questa via, saremo punto e a capo.
“E Lombardo che è il presidente della Regione Sicilia a statuto Speciale dovrebbe smetterla con le contraddizioni tra il dire ed il fare, perché il tempo di prendere in giro i Siciliani e scaduto. Vuole lottare con i Siciliani? Chiuda il rubinetto agli sprechi stratosferici di quest’isola. Esca dai giochetti con la destra e la sinistra. Prenda il coraggio a piene mani, glielo diciamo per l’ultima volta.”
“Si ricorda Presidente che aveva Lei parlato” – rivolgendosi nuovamente a Lombardo – “in campagna elettorale di defiscalizzazione dei carburanti? Il gasolio agricolo ha raggiunto l’euro. SERIT, oggi interamente pubblica, applica tassi da usura? Il presidente dell’ente di riscossione ci ha giustamente risposto, facendo spallucce, che non dipende da SERIT, ma dalle norme che sancisce il legislatore e quelle vanno applicate.”
E’ ingiusto che un agricoltore in difficoltà che non può pagare l’INPS rischi qualche anno di carcere.
A questo punto, stritolati dai mercati che tutti sanno sotto la cappa degli interessi di Cosa Nostra di cui mai nessuno parla, raggirati dalla politica, abbandonati assolutamente dalle associazioni di categoria che hanno interessi per la loro sopravvivenza e che continuano a chiedere burocrazia cartacea da compilare, cacciati dalle banche come spazzatura da cestinare, ulteriormente tartassati da una manovra del Governo che non guarda in faccia proprio nessuno e che non è sicuramente equa, il Movimento dei Forconi diffida la politica Siciliana e la deputazione nazionale ad agire nell’interesse delle aziende agricole, commerciali ed artigianali di questi territori, per salvarle dal disastro che le aspetta.
“Per una volta siamo noi a diffidare. I partiti, che sono diventati una brutta copia delle squadre di calcio e soprattutto gabbie di verità, devono sapere che in Sicilia, ma forse in tutta Italia, troppe manifestazioni inascoltate che hanno rivendicato dignità sono state fatte. Nessuno le ha prese in considerazione e si sono sempre trovate risibili soluzioni tampone per mettere una pezza ai problemi. Se ancora si manterrà questo atteggiamento di strafottenza verso uomini, donne, giovani, famiglie, bambini che avrebbero voluto vivere del loro lavoro senza chiedere niente a nessuno, a Gennaio saremo sulle strade siciliane e sarete voi a rispondere dei disagi al popolo di questa terra. Noi non ci faremo schiacciare dalla globalizzazione senza regole, alla quale nessuno ha pensato di proporre dei correttivi. Non saremo agnelli sacrificali in nome della modernità. E se modernità vuol dire diseguaglianze ed ingiustizie sociali come quelle che stiamo vivendo oggi, siatene certi non ci fermerete. Presidente, oggi Lei parla di Siciliani che devono scendere in piazza e lottare per la loro autonomia. Un anno fa ci siamo incontrati e non è cambiato nulla, anzi. Non ce la facciamo più!”
Un ultimatum dunque, quasi una dichiarazione di guerra quella del Movimento dei Forconi che nella lunga nota spiega con lucidità mista ad impulsi passionali la situazione disastrosa della più grande fabbrica del Meridione, del settore che dovrebbe essere fra i primi ad essere salvaguardato, quello dell’agricoltura, che ancora oggi è la prima attività svolta dai siciliani.
Una situazione che rischia di sfociare, avvertono, in qualcosa che potrebbe far pentire di “non averci pensato prima”. La faccenda è delicata e si spera che al contrario di quanto è stato affermato dai portavoce del Movimento, non si arrivi a soluzioni che vadano oltre le civili manifestazioni: anche per questo l’appello che è doveroso fare a chi di competenza è quello di aprire un tavolo di trattative con coloro che sono sicuramente disposti ad ascoltare le istituzioni, se a loro volta ascoltati.
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