IL MODELLO RAGUSA PUÒ SUPERARE LA CRISI GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE DI TUTTI GLI ATTORI COINVOLTI NELLA FILIERA AGRICOLA

Una giornata di approfondimento dedicata al comparto agroalimentare della provincia di Ragusa e ai risultati ottenuti dai numerosi progetti finanziati con il Programma di Sviluppo Rurale della Sicilia.

L’iniziativa, a cura dell’Autorità di Gestione del PSR Sicilia 2007-2013 dell’assessorato regionale delle Risorse Agricole e Alimentari, nell’ambito del Piano di Comunicazione del medesimo Programma, ha coinvolto numerosi protagonisti del “sistema Ragusa”, un modello certamente di successo ed esportabile a livello comunitario.

Molti gli imprenditori intervenuti stamane presso la sede dell’Ispettorato Agrario ibleo, alcuni dei quali hanno illustrato in prima persona il percorso compiuto grazie al reperimento dei fondi regionali. Nonostante la maggior parte dei progetti riguardino la serricoltura, ampio spazio è stato dato ad alcuni settori strategici ed innovativi come la trasformazione di prodotti chiave del territorio ibleo, ovvero le carrubbe e il pomodoro. Riflettori accesi anche sul settore avicolo, il più importante da Roma in giù, che annovera numerosi progetti finanziati.

“Una occasione importante – afferma il direttore Giorgio Carpenzano – che conferma la ricaduta positiva delle misure all’interno del PSR sul settore dell’agroalimentare. Un comparto che il governo regionale continua a sostenere in un momento cruciale di difficoltà economica. Uscire dalla crisi è possibile – conclude – grazie alla collaborazione fra i vari attori della nostra filiera, ovvero la pubblica amministrazione, le organizzazioni professionali agricole, le imprese. Solamente uniti il sistema Ragusa risulterà vincente e intercetterà quanti più fondi possibili previsti dal PSR. Una cifra consistente, in media 25% dei fondi previsti, e nella misura 121, quella strutturale, si raggiungono picchi di circa il 40% dei fondi a disposizione”.

“Questa giornata testimonia l’impegno concreto da parte della Regione – aggiunge il dott. Fabio Leone, rappresentante dell’assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari – per far sì che la crisi congiunturale sia superata. Attraverso le numerose iniziative promosse stiamo recuperando gran parte del ritardo che era stato accumulato negli anni precedenti, caratterizzati da una macchina amministrativa lenta e poco attenta al recepimento delle politiche comunitarie. Questo piano di spesa è uno dei più dotati nel panorama nazionale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti – continua – soprattutto per quanto riguarda le misure strategiche per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Mi riferisco principalmente alla misura 121 dedicata all’ammodernamento delle aziende agricole, la 112 che promuove l’insediamento di giovani agricoltori nel settore, ma anche le misure dell’asse tre dedicate allo sviluppo rurale del territorio. Nello specifico, parlando del sistema Ragusa, occorre puntare non solo sulle aziende più competitive nel mercato, ma anche verso quelle realtà che valorizzano i prodotti di nicchia, una delle peculiarità del territorio ibleo. Questa la chiave per evitare il totale abbandono delle campagne – conclude Leone – e stimolare lo sviluppo delle eccellenze dell’agroalimentare ibleo”.

Diversa l’analisi dei rappresentanti del Movimento dei Forconi, intervenuti in tarda mattinata. Significativa la presenza di Mariano Ferro, il leader regionale, accompagnato da Aldo Bertolone, referente ibleo.

“Il Programma di Sviluppo Rurale definito dalla regione Sicilia – sottolineano i vertici del movimento – va rimodulato. L’azione di finanziamento del comparto agroalimentare non riesce più a rispondere alle reali esigenze della filiera soprattutto a causa della contrazione del credito bancario. Occorre pertanto indirizzare questi fondi comunitari verso i settori trainanti dell’agricoltura, una ristrutturazione del mercato agricolo e la tracciabilità dei prodotti siciliani”.

“Corriamo il rischio di perdere una buona parte dei fondi comunitari – conclude Bertolone – poichè le imprese non possono più investire. Queste misure sono state pensate in un momento economico molto differente dall’attuale, in cui le banche sostenevano le aziende più attive. Questa dimensione adesso non si verifica più quindi la Regione dovrebbe adeguarsi al momento storico e rispondere ai reali problemi del settore”.

 

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