“IL GRAN RIFIUTO”

Dante nel trattato “ De Monarchia “ espone la duplice natura dell’uomo, quella  materiale, il corpo e quella spirituale, l’anima.

Le due mete cui l’uomo deve tendere sono la felicità terrena e la beatitudine celeste. La prima si raggiunge attraverso la ragione e la seconda attraverso la fede. Per fare ciò, vi sono due guide, il Papa è garante della verità religiosa, l’Imperatore ha invece il compito di emanare leggi sagge e razionali, che permettano agli uomini di vivere nella serenità e nella pace.

Scrive Fromm in uno dei suoi saggi più famosi, intitolato  “ Psicoanalisi e Religione “ che non è vero che se non si accettano i dogmi religiosi, non ci si può occupare dell’anima. Dal punto di vista della psicoanalisi quello che importa è che l’uomo agisca secondo la verità e nel rispetto degli altri esseri umani e non se si crede o no in Dio.

Il Papa anche se rappresenta l’apice della struttura della chiesa resta sempre un uomo e va compreso per il suo operato anche da uomo e non solo da Vescovo di Roma.

Il Papa ha detto:” non scendo dalla croce, mi ritiro in preghiera “ .

Il Papa è un uomo, e il suo corpo stanco non gli ha permesso di andare avanti.

Mi ricordo, anche se ero piccola, lo strazio nel vedere in tv Papa Wojtyla, sofferente e inerme. L’immagine di papa  Ratzinger non richiama certo quella di papa Wojtyla. Eravamo forse più sereni e meno confusi nel vedere un uomo come papa Wojtyla, straziato dalle sofferenze della malattia, mentre ci ha disorientati il vedere un uomo anziano, non vecchio, rinunciare all’incarico. La società di oggi ci ha abituati a vedere gli anziani non più come vecchi, ma come elementi ancora attivi, partecipativi al  contesto sociale. Oggi gli over ottanta non si sentono al traguardo della loro vita ma hanno ancora entusiasmi, speranze e voglia di essere parte  attiva della società.  Forse è stata  proprio l’idea che oggi abbiamo degli anziani che ci ha spiazzati: il papa è anziano, non vecchio, e come tale  sarebbe ancora stato  in grado di partecipare nel ruolo a lui spettante. Eppure proprio in questa sua scelta sta la sua grandezza: nell’ammettere la  fisiologica  debolezza  di chi non è più giovane. In un mondo che rifiuta l’idea della vecchiaia e ci propina  immagini di anziani che  vogliono con l’aspetto e il comportamento, non sempre in sintonia all’età, esorcizzare l’idea della vecchiaia e della morte ,credo che il papa con questa sua ammissione di debolezza fisiologia abbia riportato le cose a posto. “PANTA REI” diceva un filosofo greco: tutto infatti passa,  la giovinezza, la forza, l’entusiasmo. Io credo che quando si è impossibilitati a svolgere un incarico, la grandezza di quella persona sta nel coraggio di ammetterlo e fermarsi !

Io non credo ai super eroi, credo nell’uomo che diventa eroe per il coraggio delle sue scelte!

Non sono certo d’accordo con Dante nel III canto dell’inferno, quando riferendosi a Celestino V lo colloca tra gli ignavi e lo indica come colui che fece il gran rifiuto, con viltà.

Personalmente vedo le dimissioni del Papa, come un’evenienza possibile anche se rara, del resto la storia ci dice che ci sono stati anche altri casi.     

A parer mio questo gesto non va commentato, va semplicemente accettato!        

CAROLA ANTOCI, IV B

liceo classico Umberto I

Ragusa

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it