IL FUTURO GIOVANILE VITTORIESE A CONFRONTO.




Dopo gli ultimi scossoni a Palazzo Iacono, con avanzate carnevalesche, unioni sospese sul filo del rasoio, ansia per un matrimonio che “non sa da fare” o non era da fare, quasi come si trattasse di una soap televisiva, volontà di rinnovamento del SEL, una maggioranza traballante per l’opposizione, ma solidissima per il Sindaco Nicosia e i suoi, ecco cosa ne pensano due personalità con formazioni piuttosto diverse.

Abbiamo messo a confronto i giovani , i“politici in erba” della città di Vittoria: Davide Guastella, per la segreteria Rifondazione – Federazione della Sinistra, e Alfredo Vinciguerra, il presidente Provinciale della Giovane Italia per la provincia di Ragusa

Le vostre riflessioni sul divorzio-separazione del SEL?

Guastella: “è’ iniziata la stagione teatrale a Vittoria, in vista delle elezioni regionali di ottobre, nazionali di maggio; il leitmotiv è la fuga da Vittoria in vista di una comoda poltrona a Palermo o a Roma. Parlando di Sel, appare evidente che non sanno più cosa inventarsi per mascherare l’evidente fallimento politico e amministrativo di cui sono i principali colpevoli. In un anno sono riusciti solo a creare disastri e hanno avallato le peggiori decisioni dell’amministrazione Nicosia: dall’assunzione a tempo indeterminato degli staffisti, al fallimento della raccolta differenziata, all’approvazione di un bilancio di previsione lacrime e sangue modello Monti, sino al nuovo piano regolatore , che assesta un decisivo colpo alla nostra economia, all’ambiente e al territorio.”

 

Vinciguerra:”il progetto politico con Nicosia – SEL è nato zoppo e non poteva che terminare in questo modo. Le diversità di programma in questioni cruciali non lasciavano presagire nulla di buono. Mi auguro che adesso non si riparta con la triste compravendita di questo o quell’altro consigliere comunale allo scopo di riacquistare la maggioranza consiliare. La nostra città merita molto di meglio”

E sulla nomina di Aiello da parte di Lombardo?

Guastella:“anche Aiello è pronto alla fuga e sfrutta l’occasione offertagli da Don Raffaè per lanciare la sua campagna elettorale, che lo vedrà in una coalizione guazzabuglio con Territorio, Mpa e forse Grande Sud. Non posso far altro che rinnovare l’invito rivolto all’onorevole la prima volta nel giugno del 2009: “ lasci la politica e si dedichi alla poesia, Vittoria è stanca di uomini della provvidenza”.

 

Vinciguerra: “per la serie il nuovo che avanza. Una nomina che arriva a pochi mesi dalle già annunciate elezioni anticipate, sa chiaramente di campagna elettorale. Lombardo, d’altronde, conferma il suo stile politico, uno stile che abbiamo già contestato a Palermo lo scorso anno, in una grande manifestazione giovanile contro l’ inciucio MPA-PD-FLI.”

 

È soddisfatto della politica vittoriese?Si sente rappresentato?

Guastella:“ da una classe dirigente che vuole solo fuggire dalla nostra città per ambizioni personali non mi sento rappresentato, come dicevo pocanzi Vittoria è stanca di uomini della provvidenza”

 

Vinciguerra: “assolutamente no: Vittoria “subisce” da sempre compagini amministrative sinistrose ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Personalmente mi sento rappresentato solo da quegli uomini e quelle donne che non hanno mai smesso lottare per la propria gente, anche fuori dalle stanze dei bottoni. C’è ancora speranza e lo dimostreremo”.

 

Cosa auspicate per Vittoria nel prossimo futuro politico?

Guastella: “Vittoria ha perso troppi treni a causa di questa classe dirigente e delle ambizioni personali di incarichi; è arrivato il momento di cambiare, serve discontinuità di volti e soprattutto idee e progetti nuovi per il rilancio di Vittoria, con il mio movimento politico continuiamo a puntare su questo”.

 

Vinciguerra: “aldilà delle vecchie dicotomie, c’è bisogno di volti ed idee nuove, che invertano una volta per tutte le logiche politiche e rimettano al centro dell’ agire amministrativo il cittadino e non gli interessi personali. Auspico una presa di coscienza ed una rivoluzione culturale che può e deve essere fatta. Noi siamo pronti alla sfida!”

 

 

La conclusione, facilmente, dedotta, nonostante l’appartenenza a opposti schieramenti, è la necessità di un cambio generazionale nella politica, vittima di un sistema infetto e corrotto.

Non ci resta allora che confidare nei giovani e continuare ad invocare l’avanzata di una politica disinteressata che si inginocchi alla morale comune, piuttosto che assistere passivamente ad uno spettacolo ormai trito e ritrito.

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