Il fallimento dell’imprenditore Sergio Bramini di Monza ha anche radici iblee. Oggi pomeriggio è stato sfrattato. Faraone (Pd) accusa Di Maio (M5s): “E’ anche colpa del Comune di Ragusa, vergogna”. Replica sindaco Piccitto: “Falso”. VIDEO

Una delle notizie italiane più importanti di oggi è la vicenda che riguarda l’imprenditore Sergio Bramini, ex titolare della I.CO.M Spa, azienda monzese che si occupava dello smaltimento di rifiuti solidi urbani. E’ fallito e oggi gli stanno togliendo la sua villa dove abitava con la famiglia. E’ fallito per colpa della pubblica amministrazione. Anzi delle pubbliche amministrazioni. Perché, incredibilmente, è fallito per colpa dello Stato in quanto vantava 4 milioni di euro di crediti dovuti alla sua impresa da enti pubblici, il 99% dei suoi clienti. A denunciare la vicenda fu, mesi fa, la trasmissione televisiva Le Iene che raccontò la triste vicenda di Bramini, uomo che, per orgoglio, ha cercato di andare avanti in attesa dei pagamenti da parte degli enti pubblici, impegnandosi il più possibile a saldare anche i suoi dipendenti. E per farlo ha contratto vari mutui ma alla fine non ce l’ha fatta. Tra i debitori anche alcuni enti pubblici della provincia di Ragusa, dove la Icom ha gestito alcune discariche.

Il caso di Ato Ambiente Ragusa, società che è in liquidazione e che aveva come soci i Comuni di Ragusa, Vittoria, Scicli, Monterosso Almo, Modica, Comiso e Pozzallo. Doveva versare all’Icom più di due milioni di euro. Altre somme dovevano essere date anche dal Comune di Scicli e dal Comune di Vittoria. Nel servizio andato in onda su Le Iene ad ottobre (CHE TROVATE ALLA FINE DI QUESTO ARTICOLO), l’ex presidente di Ato Ambiente, Vindigni, ha spiegato che l’Ato non poteva pagare perchè i Comuni soci, tra cui anche Ragusa, non versavano regolarmente le quote societarie e dunque l’Ato non aveva i soldi per pagare. L’ex sindaco di Vittoria, Nicosia, ha risposto che gli enti comunali erano in ritardo ma non del tutto inadempienti. Nei fatti, però, anche le somme che gli enti iblei avrebbero dovuto dare alla Icom, hanno contribuito a portala in fondo al pozzo.
Oggi l’imprenditore di Monza è stato sfrattato dalla sua villa dove viveva da 27 anni. (al termine dell’articolo l’intervista in diretta su facebook a Le Iene). Un momento triste. L’abitazione è stata posta sotto sequestro per essere messa all’asta.

Oggi, dopo un primo appello dell’imprenditore c’era stata la visita del segretario della Lega Matteo Salvini, seguita a quella di ieri sera del capo politico del M5S, Luigi Di Maio. Le Iene si erano fatte anche portavoce dell’appello dell’imprenditore di Monza ai ministri Minniti, Padoan, Calenda e Madia, insieme al primo ministro Gentiloni. Abbiamo ottenuto una lettera, a firma del ministro dello Sviluppo economico Calenda e della Pubblica amministrazione Madia, rivolta a Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia, ente da cui Bramini attende una percentuale molto importante di denaro per la sua attività di riciclaggio dei rifiuti. Ma non ci sono stati sviluppi ulteriori. E’ arrivato lo sfratto.

Intanto è scoppiata la polemica politica. Il senatore del Pd Davide Faraone, in un video pubblicato su Facebook, ha commentato il caso accusando il Comune di Ragusa. “Bramini è una persona straordinaria – ha detto Faraone – Di Maio si deve vergognare per la sua speculazione. Parla di Stato che non versa quanto dovuto ad un imprenditore, quando sa benissimo che lo Stato in questo caso è il comune di Ragusa, città amministrata da 5 anni da un sindaco del M5S che non ha versato una parte di quanto doveva all’Ato Ambiente, contribuendo a far fallire l’azienda dell’imprenditore di Monza”. “Di Maio – prosegue l’esponente dem – anziché andare a casa di Bramini, e speculare su una tragedia di cui è responsabile per l’incapacità amministrativa del suo compagno di partito, dovrebbe tirargli le orecchie e chiedergli il perché dei mancati trasferimenti che hanno fatto fallire quell’imprenditore. Di Maio vergognati, Salvini vergognati. State facendo insieme un governo e siete bravi solo a speculare sulle tragedie umane”.

Ma poco dopo è arriva la replica del sindaco di Ragusa, Federico Piccitto secondo cui quanto affermato da Faraone è falso: “Le gravi affermazioni del sig. Faraone mi costringono , mio malgrado, ad un intervento. Non posso assolutamente accettare che venga tirato in ballo il mio nome ed il ruolo che in questo momento rappresento a nome della mia città, su una questione che non riguarda assolutamente Ragusa, come sarebbe stato facilmente riscontrabile da una semplice verifica dei fatti. Quindi ho già dato mandato ai miei legali di tutelare la mia immagine e quella dell’Amministrazione comunale nelle sedi opportune nei confronti di chi, evidentemente male informato e con dichiarazioni che non trovano nessuna corrispondenza nella realtà, prova ad infangare a livello nazionale il buon nome, storicamente riconosciuto. della mia città”.

A SEGUIRE I VIDEO con la storia dell’imprenditore, lo sfratto di oggi e l’intervista di oggi su facebook de Le Iene.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it