IL DOLORE DELLA MADRE RACCONTATO NEL SITO DI CAVA D’ISPICA

All’interno del paesaggio bucolico di Cava d’Ispica si è consumato ancora una volta il dolore di Demetra per il rapimento della figlia Kore. Ieri è stata l’attrice Sonia Grandis a reinterpretare quel dolore mediante un reading dell’Inno Omerico a Demetra, al termine della visita guidata condotta dall’archeologo Saverio Scerra.

L’iniziativa rientrava all’interno della manifestazione “Mito/mania, conversazioni con Demetra e Kore” che si concluderà stasera con il concerto di Ruggero Laganà alla chiesa di Santa Teresa con l’organizzazione dell’Associazione Pergamo e il supporto di Comune e Provincia.

Demetra furiosa, dopo aver abbandonato l’Olimpo e deciso che la terra non avrebbe più prodotto frutti per non consentire agli uomini di fare offerte agli dei, evolve il suo dolore per una continua rielaborazione. Fintanto che Demetra non ritrova la figlia, la terra non germoglia più. Una volta ritrovata, la terra torna a rifiorire e la dea felice fa dono agli uomini del grano. Una vicenda mitologica riletta da alcuni psicanalisti anche ieri pomeriggio nella nuova conversazione.

In particolare Sarantis Thanopulos, psicoanalista, si è soffermato sul tema “La figlia e il padre”, rivedendo nell’intimo rapporto tra madre e figlia anche il ruolo della figura del padre che guarda alla figlia che cresce, che diventa donna, che trova l’amore coniugale senza mai perdere l’amore materno. Dedicate alla figura femminile anche le ultime conversazioni in programma.

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