IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO

Eccoci alle solite, la Grecia non riesce a darsi un Governo, torna alle urne. L’ansia (o la speculazione?) torna ad attanagliare i mercati, gli sforzi fatti dai cittadini Greci, Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Irlandesi (ma a breve anche Danesi e Francesi) sembrano una lotta contro i mulini a vento …

I Paesi europei sembrano delle famiglie nobili in decadenza incapaci di reggere il passo dei ceti emergenti (i Paesi a più elevato tasso di crescita) …

Gli Europei si possono rassegnare a questo?

Risulta abbastanza evidente che la ricetta del rigore risulta necessaria ma non esaustiva della terapia utile ad affrontare il problema che sta investendo l’Europa.

La verità è che la moneta unica era un passo importante, ma non definitivo o finale verso l’integrazione Europea e da allora non si è fatto nulla, i singoli interessi di bottega e le reciproche diffidenze hanno di fatto fermato il processo di integrazione a metà del guado quando si è scatenata la bufera economica: ora che fare?

Per strada sembra che si sia smarrita la carica ideale che ha portato ad immaginare prima e a iniziare poi il cammino di integrazione europea, l’economia doveva essere solo la testa d’ariete di un processo politico, culturale e sociale di vera integrazione di popoli e invece l’idealità di è arenata al punto che oggi l’Europa si potrebbe definire con il titolo di una canzone di Cocciante degli anni ’70 “Bella senz’anima”!

Due sono le strade in questa situazione o tornare indietro verso le identità nazionali o imprimere una svolta decisiva verso l’integrazione in un’Europa Federale.

Una riflessione si impone sulla capacità dei piccoli vecchi stati nazionali a fare fronte alle sfide di una società globalizzata, con uno strapotere economico di entità private con una forte propensione alla speculazione finanziaria, mantenendo per i propri cittadini uno stile di vita all’altezza degli standard cui sono oramai abituati. Le singole economie nazionali sarebbero capaci di questo?

Personalmente penso che invece, a questo punto, l’unica cosa da fare sia quella di mettere da canto i piccoli egoismi nazionali, lanciare il cuore oltre l’ostacolo, soprattutto far rivivere l’originario spirito europeo dei suoi grandi pensatori che anteponevano i popoli alle economie, l’aspirazione di pace al calcolo dei benefici.

Ma per fortuna siamo in tanti a pensarla così, qualche giorno fa un folto gruppo di intellettuali e politici Francesi, Italiani, Tedeschi, Spagnoli, Belgi, Greci, tra cui persone del calibro di Jacque Attali, Romano Prodi, Giuliano Amato, Barbara Spinelli, Alberto Quadrio Curzio, hanno sottoscritto un appello che potrete trovare nel sito di www.eurofederation.eu/it  dal titolo Manifesto per un Euro-federazione solidale e democratica” in cui si spronano le classi dirigenti ad accelerare il processo di integrazione europeo.

P.S. Nel sito c’è anche la possibilità di sottoscrivere l’appello.

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