Il cuoco Carmelo Chiaramonte assolto da accusa di detenzione e spaccio sostanze stupefacenti

Il cuoco Carmelo Chiaramonte, dopo oltre quattro anni, ha ricevuto l’assoluzione da tutte le accuse che hanno gettato un’ombra sulla sua immagine personale e professionale. La decisione è stata presa dal presidente della IV sezione penale del Tribunale di Catania, segnando la fine di un lungo e complesso processo iniziato nel settembre 2019 grazie a un’indagine avviata dal Comando dei Carabinieri di Pedara. A darne notizia è l’ufficio stampa del cuoco che è di origini iblee.
Difeso con determinazione dall’avvocato Rita Faro, Carmelo Chiaramonte è stato dichiarato estraneo a ogni accusa legata alla presunta detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio e al loro utilizzo in alimenti, un’accusa che ha messo a dura prova la sua integrità e la sua carriera.
Nel corso dell’indagine, il cuoco ha sempre sostenuto la sua innocenza, affermando che nel periodo sotto esame stava conducendo uno studio sull’effetto terapeutico della cannabis senza THC come possibile terapia del dolore. Si è concentrato, in particolare, sugli aspetti legati ai benefici della sostanza attraverso la somministrazione, con particolare attenzione ai regimi alimentari dei malati oncologici.
“Una ricerca – ha dichiarato Chiaramonte – in linea con un filone internazionale ampiamente discusso nel dibattito pubblico, scientifico e medico, prima ancora che sociale e politico. Ho affrontato questo studio con lo stesso approccio sperimentale e innovativo che ho dedicato a tutti gli approfondimenti sull’origine e le proprietà degli alimenti.”
Il cuoco, noto per la sua dedizione alla ricerca culinaria e alla promozione di approcci alimentari innovativi, ha difeso la sua reputazione con fermezza. Ha affrontato l’inchiesta considerandola un equivoco clamoroso e una grave minaccia alla sua immagine, spesso accompagnata da una diffusione superficiale e disinformata delle notizie.
“Mi sono sempre difeso dall’inchiesta considerandola un clamoroso equivoco oltre che una grave minaccia alla mia reputazione (accompagnata peraltro da un superficiale atteggiamento di disinformazione nella diffusione delle notizie), minaccia da cui per fortuna mi ha tutelato la credibilità guadagnata in decenni di studio e di lavoro,” ha affermato Chiaramonte.

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