È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL CAPITANO GIUNIO SELLA UNA DELLE VITTIME INNOCENTI DI UNA GUERRA INFINITA
22 Nov 2010 08:07
Una serie di manifestazioni per gli episodi di una guerra che almeno da noi stava per finire e altrove durava altri due anni., Era il 1943 e gli alleati con dispiegamento di navi, aerei, carri armati, armi leggere e paracadutisti si accingevano a sbarcare in questo estremo lembo di Sicilia per poi risalire lo stivale e puntare su Roma,. Un strana operazione che presumeva due sbarchi, uno sul litorale sud orientale da Siracusa a Gela e l’altro, successivo, in Calabria. Qui in provincia di Ragusa operavano gli americani che dopo una serie di bombardamenti sulla costa lanciavano i paracadutisti delle brigate aeree dietro le guarnigioni italiane e tedesche ( quest’ultimi in verità se l’erano già svignata), nella zona di Montagnella e Camemi. I soldati americani dovevano accerchiare, scendendo verso il mare, i militari italiani per ricongiungersi alle truppe da sbarco che intanto risalivano dalla costa verso Ragusa.
Il clima di guerra era dei più pesanti in quanto il pericolo si annidava ovunque e nella guarnigione di Camemi comandata dal giovane tenente Giunio Sella di Novara c’era l’ordine di non sparare e di attendere gli eventi sia nelle casematte che nella guarnigione: ma i paracadutisti che scendevano verso il mare al minimo sentore di pericolo usavano le armi cosa che è avvenuta proprio a Camemi dove la guarnigione non aveva opposto alcuna resistenza come invece era avvenuto a Punta Secca ed a santa Croce Camerina. Qui appena aperta la porta e visti alcuni militari ( come ci ha raccontato un testimone oculare che siamo andati a trovare a Camemi, che all’epoca dei fatti aveva una decina d’anni e che ha assistito a tutti gli eventi di quei giorni) gli americani sparavano contro i militari italiani uccidendone alcuni fra i quali il tenente Giunio Sella poi promosso, alla memoria, capitano dopo la guerra.
I morti furono portati nella zona del cosiddetto Posto di blocco alla confluenza della strada per Marina di Ragusa e Santa Croce dove c’era un’altra guarnigione e quindi dopo la fine della guerra, le salme condotte nei loro paesi di provenienza. Giunio Sella era di Novara ed ora, in settimana, i suoi parenti (una nipote in particolare cui dobbiamo i ringraziamenti assieme al nostro collaboratore Salvo Marino particolarmente sensibile a questi eventi così emozionanti, per le foto inviateci) saranno a Ragusa per partecipare ad un programma che ancora non conosciamo ma che dovrebbe comprendere l’apposizione di una lapide a Camemi, un convegno ed alcune manifestazioni collaterali che sono in via di organizzazione. Noi seguiremo questi eventi perchè i giovani conoscendoli bene, rafforzeranno ancor di più la convinzione che le brutali guerre del passato non sono servite a nulla se non a seminare odio, dolori e inutili e gravi spargimenti di sangue come l’episodio di Camemi dei quali ce ne sono stati, purtroppo, a migliaia nel quinquennio 1940-45. (Franco Portelli)
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