IL CAMMINO DELLE DONNE

Nell’immaginario  collettivo tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento la figura della donna appare estremamente fragile e incredibilmente legata al proprio contesto familiare.

Eppure le donne hanno cominciato  a “gridare” la loro libertà ed affermare i loro diritti fin dalla rivoluzione francese, dove invocavano la libertà, l’eguaglianza e la fraternità senza preclusioni di sesso , divulgando le loro idee attraverso i “ Club Femminili” ed ottenendo, anche se per breve tempo, il diritto al voto.

Bisogna attendere la rivoluzione industriale che determina il passaggio dal lavoro artigianale a quello aziendale, in cui le donne vengono impiegate in massa e per la prima volta raggiugono un a maggiore autonomia economica; la rivoluzione industriale avvalora la riflessione sulla parità dei sessi, dal momento che le operaie lavoravano in fabbrica anche più di 12 ore al giorno, non godevano di alcuna protezione sulla maternità e soprattutto non avevano una retribuzione salariale pari a quella  degli uomini.

Proprio per questi motivi la voce delle donne non tarda a farsi sentire e in Inghilterra diventa più forte e insistente, tanto da provocare, in alcuni casi, violente proteste; le donne operaie sempre più convinte delle loro idee si fanno portavoce dei loro diritti, ben consapevoli che, però, devono attendere pazientemente.

Il movimento per la conquista del diritto al voto femminile in tutti i Paesi è guidata inizialmente da donne appartenenti a classi sociali medio-alte, che hanno avuto accesso  all’istruzione.

In Inghilterra nel 1903 viene fondata la “Woman Social and Political Union”( Unione sociale e politica delle donne) per la  conquista del diritto al voto, che indebitamente viene denominato universale maschile.

Da quel preciso momento l’Inghilterra si fa promotrice delle iniziative che appoggiano i movimenti di lotta per la conquista al voto femminile che vengono definiti “ Movimenti suffragisti” in cui le militanti sono chiamate, appunto, suffragette.

Il diritto al voto per le donne inglesi arriva solamente nel 1918, quasi alla fine della prima guerra mondiale.

Per tutto il corso dell’Ottocento anche le donne statunitensi manifestano per il diritto al voto, però in maniera più democratica, ricorrendo a cortei, marce di protesta pacifiche per sensibilizzare l’opinione pubblica.

L’8 marzo 1908, dopo un terribile incendio che distrugge un’azienda tessile di New York, 129 operaie perdono la vita e così da un fatto cruento, nel nuovo continente la conquista al voto sembra essere finalmente vicina.

In Italia il ruolo sociale della donna resta in ombra per tutto il corso dell’800 e ancora all’inizio del ‘900 le sacche di arretratezza che pervadono il nostro territorio non permettono alla donna di dare voce ai propri bisogni.

Nonostante tutto, un cambiamento sul modello femminile in Italia appare in campo letterario, dove scrittori e scrittrici del primo Novecento rappresentano la donna non più come soggetto debole, sottomessa, fragile o come angelo del focolare; la figura femminile si veste di tratti di aggressività, appare spesso priva di morale ed è disposta a lottare per affermare anche i propri sentimenti.

Finalmente le donne anche in Italia appaiono più attive, cercano di affermare la loro personalità ed aderiscono ai movimenti di protesta, anche se rimangono inascoltate per lungo tempo.

Il percorso storico-politico che caratterizza l’Europa e il nostro Paese durante la grande guerra aiuta a ridipingere la figura femminile con nuovi punti luce; in particolare le donne italiane sono decisive per l’industria bellica, sostituiscono gli uomini nei campi, in tutte le attività anche più faticose, facendosi carico, parallelamente, della famiglia e della prole.

Questo momento restituisce alla donna  importanza sul piano sociale, così si aprono i primi dibattiti politici che mettono la donna al centro dell’attenzione della stampa e di circoli intellettuali di grande fervore culturale. Tra le due guerre le donne continuano a far sentire la propria voce e sembrano sempre più presenti sulle questioni sociali, bisogna però aspettare la fine della seconda guerra mondiale, così il 2 giugno 1946 anche le donne italiane entrano a far parte della vita politica ottenendo il diritto al voto.

 

redatto da Nicoletta Messina, Dalila Imperiale, Chiara Lo Grasso e Colicchia Vitalba

classe V A IGEA

Istituto Tecnico Statale ” G. Garibaldi” – Marsala

articolo corretto dalla prof.ssa Ruggieri Paola

referente del concorso prof.ssa Teresa Titone 

 

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