IL BURBERO BENEFICO DI GOLDONI CON LA REGIA DI MATTEO TARASCO

Ad riaprire la “Stagione 2010-2011” della “Fondazione Teatro Garibaldi” di Modica, giorno 7 gennaio alle ore 21, lo spettacolo “Il burbero benefico”, il capolavoro teatrale di Carlo Goldoni, interpretato dall’attore Mariano Rigillo, sul palcoscenico con Anna Teresa Rossini, Giancarlo Condè, Fabrizio Vona, Francesco Di Trio. L’adattamento è firmato dal regista Matteo Tarasco. “Il burbero benefico” rappresenta quella commedia italiana che dal ‘700 conserva intatta la forza e l’attualità dei suoi temi nel conflitto tra essere e apparire. Il “burbero” fugge da una realtà corrotta, e lui, il retto e puro Geronte, considerato “burbero”, si staglia moralmente sugli altri con la sua generosa “benevolenza”. La scena si svolge a Parigi. Geronte ha due nipoti: Leandro, sposato con Costanza, e la sedicenne Angelica, segretamente innamorata di Valerio. Geronte decide di darla in moglie all’amico Dorval, attempato signore che vorrebbe rinunciare, ma, alla fine, accetta e manda a chiamare il notaio per stilare il contratto. Fra svariati equivoci, arriva il lieto fine che vede trionfare l’amore dei giovani e Dorval riprendere la partita a scacchi iniziata con Geronte all’inizio della messa in scena. Il gioco degli scacchi è il rifugio dove ciascuno è come appare e si muove sulla scacchiera delle regole rispettate. Il “burbero” vive tra l’“essere e non essere” di Amleto e il Vitangelo Moscarda del pirandelliano “Uno, nessuno e centomila”. Con un sorriso e una smorfia, cerca di rispondere alla più antica domanda dell’ uomo: “chi sono io?”.  Tra canzoni e musiche originali, in una giostra di generi e stili utili a reinterpretare il Settecento, la scena si svolge in una sorta di magazzino dei commerci tralasciati, un luogo in cui gli affari si sono fermati: Geronte è un vecchio mercante malato che non vuole più commerci con il mondo nuovo. L’opera di Goldoni diviene, così, una commedia musicale che descrive un mondo di disoccupati. Il vecchio Geronte vive di ciò che ha accumulato in una vita di fatiche. Suo nipote Leandro sperpera l’eredità paterna; Angelica è ancora troppo giovane per lavorare; Costanza è una mantenuta; Valerio vive delle ricchezze di famiglia; Dorval gioca a scacchi e non lavora. Solo i servi Martuccia e Piccardo lavorano e i loro nomi risuonano urlati dal padrone Geronte, quasi come una richiesta di aiuto in un mare di vuoto. (Nausica Zocco)

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