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I vivi, i morti e il prossimo sindaco di Modica
25 Feb 2023 09:55
Sin d’ora, a oltre due mesi e mezzo dalle elezioni che lo eleggeranno, il prossimo sindaco di Modica è già persona coraggiosa e non certamente invidiata.
Attese oltre misura
Lo attendono le rogne di un Comune con i conti in perenne bilico tra il pareggio e il dissesto, i conseguenti problemi in un grande territorio geografico con oltre 54mila abitanti, la crisi economica, il passato ricco, il presente incerto e un futuro tutto da decifrare.
Bastano? No! C’è un’altra storia da sistemare. Burocraticamente lunga, triste, irritante e irrispettosa, dove i silenzi finora spiegano più di tanti discorsi.
“Fummo come voi, sarete come noi” recita un messaggio infisso all’ingresso di alcuni cimiteri siciliani. A Modica non c’è e forse è la chiave della vicenda.
Una storia sbagliata
Primo nucleo del camposanto di contrada Piano Ceci, quello storico. Dal 2013, l’accesso alla colombaia della quale è concessionario il circolo “Giuseppe Di Vittorio”, in viale San Massimo, è chiuso per pericolo di crolli. I parenti dei circa 5.000 defunti lì tumulati non possono lasciare un fiore e guardano le tombe dei loro cari, se la visuale non è ostruita, soltanto da lontano.
Quello del circolo “Di Vittorio” non un è un caso isolato. Da quasi quattro anni analogo provvedimento di interdizione è stato preso per la palazzina a tre piani che ospita i loculi della “Compagnia SS. Sacramento”, concessionaria la parrocchia di San Paolo, nel viale San Gabriele. “In questi anni siamo potuti andare soltanto due volte, in occasione della giornata dei defunti – si sfoga uno dei parenti a ragusaoggi.it -. Poi però hanno preteso che continuassimo a pagare luce e manutenzione”.
Dalle parti della parrocchia, da tempo inglobata a San Giorgio, allargano le braccia. Qualcuno suggerisce ai vivi che in passato hanno acquistato i loculi per stare accanto ai cari nel riposo eterno, di lasciare perdere e comprare i “casciola” – come li chiamano da queste parti – nella zona nuova del cimitero. “Abbiamo chiesto un incontro alla commissaria straordinaria del Comune – continua l’anziano signore che preferisce l’anonimato -, ma la data del 13 gennaio è stata rimandata e mai più fissata”.
Il caso “Di Vittorio”
Nei giorni scorsi, Domenica Ficano ha incontrato i rappresentanti della “Di Vittorio”, il caso più eclatante di queste chiusure, una struttura alta 15 metri. Nove anni sono trascorsi invano, in attesa degli interventi riparatori. “In tutto questo tempo, l’ex sindaco Ignazio Abbate non ci ha degnato nemmeno di un messaggio, nonostante raccolte firme e adesioni di solidarietà – dice Piergiorgio Barone, docente di Lettere nelle scuole Secondarie oggi in pensione, strenuo portavoce dei parenti dei defunti -. Al commissario straordinario abbiamo sottolineato come il Comune avrebbe potuto intervenire ‘in danno’, e recuperare la struttura anticipando le somme per poi rivalersi, giustamente, sui parenti dei defunti o sui possessori ancora in vita.” Secondo Barone, “l’ex sindaco non solo non ha voluto incontrate i parenti, ma non è intervenuto ‘in danno’, disattendendo le norme in materia.”
La risposta del commissario straordinario
Domenica Ficano, ovviamente, ha detto quel che si sapeva e si temeva: il Comune non ha i soldi per intervenire. Secondo il commissario straordinario di palazzo San Domenico la soluzione sarebbe nel subentro di un’associazione di natura giuridica al circolo “Di Vittorio”, chiuso nel 2015. L’associazione dovrebbe essere costituita dagli stessi parenti dei defunti, ai quali spetterebbero le spese per i lavori di ristrutturazione. “Solo che il suolo su cui è stato costruito il complesso funerario è comunale – precisa Barone -, dato in concessione nel 1969 per 99 anni.” La concessione scadrà fra circa 45 anni. “Tutto è nelle mani del Comune, comprese le gestioni ordinarie e straordinarie del complesso – continua il professore –, ecco perché è l’ente ha l’obbligo di intervenire.”
Tutti i servizi all’utenza sono stati affidati alla Servizi Cimiteriali Modica srl, da sola o in collaborazione con il concedente Comune di Modica.
La gestione del circolo
Barone punta anche l’attenzione sulla gestione del “Di Vittorio”.
“Quando avviene una chiusura di un circolo, i suoi beni confluiscono al Comune, come avvenuto per palazzo Moncada e il Castello dei Conti. Come mai i beni del ‘Di Vittorio’ sono stati donati alla Cgil? Si tratta di un edificio composto da tre piani e garage in corso Principessa Maria del Belgio. Dove sono finite le somme degli utili che il circolo ha sommato, dal 1969 al 2014, attraverso la vendita dei loculi? Parliamo di fondi, secondo nostri calcoli, compresi fra 1,2 e 2,5 milioni di euro. L’ultimo presidente del circolo, Enzo Roccasalva, non ha mai voluto chiarire.”
Danno e beffa
Come nel caso del “SS. Sacramento”, alcuni loculi del “Di Vittorio” sono stati acquistati, ma rimasti vuoti. Non fruiti, perché il proprietario è in vita e la palazzina chiusa. Alla morte di alcuni dei possessori, vista la chiusura della colombaia, i parenti sono perciò costretti a comprare tombe nella parte nuova del cimitero. E per un estumulo, oggi occorrono non meno di 700 euro.
Sui fatti, a gennaio circa 50 aderenti hanno reiterato una segnalazione alla Prefettura già presentata un anno prima.
Gli ex consiglieri e assessore comunali Nino Gerratana – che pochi giorni fa ha annunciato la candidatura a sindaco – e Franco Militello hanno presentato un esposto alla Procura di Ragusa. “Lo faremo anche noi, pensiamo che ci siano gli estremi per l’intervento della magistratura”, conclude Barone.
Esposto e diffida
Nel loro esposto alla Procura, inviato il 7 novembre 2022, Gerratana e Militello parlano addirittura di una tumulazione che sarebbe avvenuta quattro mesi prima “nonostante il divieto di entrare nella zona transennata.” Fatto grave, se confermato.
Il 16 dicembre scorso, gli avvocati Francesca Maria Placenti ed Ester Mauro hanno presentato una diffida al Comune, in nome e per conto degli eredi tumulati nell’edicola “Di Vittorio”. Nella diffida viene ricordato che nel maggio 2021 il Genio Civile di Ragusa ha inviato una nota in cui segnala il perdurare del preoccupante stato di degrado e del reale pericolo di crollo della struttura a quattro piani e “l’inadeguatezza delle misure contenute a adottate (semplici transenne) con ordinanza sindacale del 7 giugno 2021 da parte del Comune”, invitato a dare i dovuti chiarimenti entro 15 giorni dal ricevimento della diffida e a indire un Consiglio comunale straordinario e un tavolo tecnico. A parte l’incontro con Ficano, nessuna risposta ufficiale.
“Fummo come voi, sarete come noi”. A Modica, non è poi così sicuro.
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