I LOCALI SENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE. DOVE SONO A RAGUSA?

Nel nostro precedente intervento abbiamo trattato delle barriere architettoniche nei locali pubblici o aperti al pubblico, sottolineando come il nostro territorio si pone al di fuori della legge dello Stato italiano e della cultura mondiale, che vogliono la piena abolizione, in detti locali, delle barriere architettoniche al fine della più completa possibile integrazione sociale nella vita del Paese di tutti i diversamente abili. Il problema  per Ragusa, città europea e meta di turisti provenienti da tutta l’Europa,cioè da paesi dove queste barriere assolutamente non esistono, è molto grave e la responsabilità degli amministratori locali è innanzitutto giuridica, essendoci, come abbiamo detto prima delle precise leggi dello Stato che sanciscono la suddetta  abolizione e poi è anche politica amministrativa. Evidentemente la prima responsabilità incombe su gli amministratori che hanno costruito l’opera pubblica con queste barriere; l’altra su tutti quelli venuti dopo che non si sono adoperati per eliminarle.

Fra le tante carenze di cui soffre il nostro territorio c’è quella di un auditorium,di un locale dove possano realizzarsi manifestazioni artistiche o incontri culturali in generale. Rectius uno di questi locali esiste, intendiamo riferirci all’auditorium  del convento S, Vincenzo Ferreri a Ragusa Ibla a fianco della Villa. Lo stesso è stato realizzato in tempi recenti, durante la precedente amministrazione. I precedenti civici amministratori sono incorsi quindi nella suddetta violazione di legge. L’attuale amministrazione ha la responsabilità amministrativa di non aver provveduto ad eliminare dette barriere cosa possibile con una spesa irrilevante. Sarebbe sufficiente uno scivolo di pochi metri con una pendenza minima.

Dobbiamo riconoscere che nella nostra città stanno sorgendo dei gruppi con interessi artistico culturali che promuovono delle iniziative, le quali essendo ancora in una fase iniziale, determinano un minimo movimento turistico. Giorni fa in occasione di una collettiva di pittura alla quale partecipavano artisti di province limitrofe, abbiamo ascoltato dei commenti da parte di amici di questi artisti che hanno ferito non poco il nostro orgoglio di essere cittadini ragusani. Abbiamo ascoltato  questa precisa espressione: “doveva dircelo che esponeva tra gli zulù, abbiamo fatto due ore di strada e non abbiamo potuto vedere la mostra”. A parte la poca eleganza dell’espressione è indubbio che sostanzialmente il discorso è esatto. Fatta eccezione per il territorio ibleo in nessun paese del mondo esistono locali pubblici o aperti al pubblico inaccessibili ai diversamente abili per la presenza di barriere architettoniche. Il dovere del civico amministratore di intervenire non è solo nei confronti dei suoi cittadini diversamente abili, ma nei confronti di tutti per evitare che gli stessi siano considerati dei sottosviluppati e per favorire il turismo, il cui sviluppo, come le metropoli turistiche ci insegnano, è legato anche a queste cose.

 

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