I GENITORI “SINDACALISTI DEI FIGLI”?

 

Possono essere i genitori “sindacalisti dei figli”? questa è una domanda che tanti docenti si saranno posti, davanti ad una realtà: giovani studenti, che continuamente  vengono distratti, in classe, da questi infernali strumenti di comunicazione, a volte, di ultima generazione, che li collegano al mondo.

Qualche tempo fa , un genitore picchiò un docente, rompendogli un dente, in quanto si era permesso di sottrarre un telefonino al figlio, volendolo restituire al genitore.

Simili fatti di cronaca, ci fanno riflettere sull’uso smodato dei telefonini, da parte dei giovani, su un divieto nelle classi, sulla distrazione dei giovani, causata ,spesse volte, da questi, che sono diventati un vero e proprio nemico della concentrazione nelle aule.

Ci si chiede se non fosse meglio che questi venissero lasciati a casa, e , magari, se necessario, i genitori telefonano alle vecchie segreterie delle scuole, in caso di necessità.

Troppo permissivismo in voga nei confronti delle nuove generazioni, dei giovani, che sono poco avvezzi ai  tanti temuti “no” dei genitori. Questi ultimi  li evitano per non causare traumi ai giovani. Ci si chiede se proprio non sia necessario reinserire i “no” in una corretta educazione, che favorisca una crescita sana.

I ragazzi hanno bisogno di guide, e di sani “no”. Qui, a volte , lo scontro tra famiglie e docenti.

Qui il nodo , e il problema della nuova generazione, che ,raramente, si ferma a riflettere, tanto proteso verso un mondo tecnologico, dove i valori sono i soldi, la ricchezza, la velocità, la sintesi, senza passare dalle analisi, che richiedono pensiero, e riflessione.

L’esempio dei telefonini, ovviamente, si può estendere a tutto un comportamento, nelle classi, come, anche, nella società, che non è , certamente, dei più accettabili.

Formare dei cittadini non passa, semplicemente, dai contenuti, ma , anche, da corretti comportamenti e da una sana educazione.

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