I “furbetti” dei vaccini: a Petralia Sottana, somministrati a 333 persone. I Nas indagano in tutta Italia

Dopo il caso dei vaccini somministrati con il passaparola ai furbetti saltafila di Scicli, in un’altra zona della Sicilia, a Petralia Sottana, comune del palermitano, emerge un’indagine dei NAS che sta travolgendo 333 persone a cui sarebbero state somminsitrate dosi. Persone che non rientravano nel target prioritario.

Non fanno parte del personale medico o amministrativo di strutture sanitarie e neppure si tratta di ospiti di residenze sanitaria.

Sono stati i carabinieri del Nas di Palermo ad acquisire gli elenchi dei vaccinati all’ospedale Madonna dell’Alto. Un’iniziativa a livello nazionale dei militari del Nucleo anti sofisticazione che sta facendo tappa nei centri di vaccinazione in tutta Italia.

Per il caso di Petralia Sottana, come per gli altri emersi in Sicilia, vengono stilate delle informative consegnate alle competenti procure della Repubblica. I 333 casi sospetti si aggiungono a quelli emersi a Scicli, in provincia di Ragusa. Ancora, in provincia di Ragusa, non è emerso il numero esatto di persone che si sarebbero vaccinate non seguendo le direttive nazionali.

Anche a Petralia sarebbero stati favoriti liberi professionisti, rappresentanti delle forze dell’ordine, farmacisti, politici e non è chiaro se vi siano anche parenti.

 

“Si è solo evitato di sprecare dosi di vaccino”, così sono stati spiegati dalle direzioni sanitarie i casi di Scicli e Petralia Sottana. Una volta scongelati le dosi quelle avanzate alla fine del turno sarebbero state somministrate per evitare che finissero nella spazzatura. Ma questa giustificazione regge sempre meno, con il passare dei giorni. In provincia di Ragusa è stato accertato che sarebbero stati vaccinati alcuni parenti di dirigenti sanitari. Una vaccinopoli senza fine: la sensazione è che sia emersa, al momento, solo la punta dell’iceberg.

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