I DIVERSAMENTE ABILI DELL’ASSOCIAZIONE ALBA CHIARA SPECIALI PROTAGONISTI PER IL RITO DELLA LAVANDA DEI PIEDI

Il rito della lavanda dei piedi con i diversamente abili dell’associazione Alba Chiara di Ragusa. A celebrarlo, ieri pomeriggio, nella cappella dell’ospedale Civile, il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, che, grazie anche alla disponibilità della presidente dell’associazione, Rita Rosso, ha voluto lanciare un messaggio preciso e specifico all’insegna della solidarietà e del supporto a chi ha bisogno. “La Settimana santa – ha detto don Occhipinti – vuol dire solidarietà. Ogni anno vogliamo che questo rito acquisti un valore simbolico efficace. Facendo sentire la nostra vicinanza a chi ha bisogno”. La cerimonia simboleggia il momento di solennità in cui Cristo lascia il dono dell’Eucarestia, durante l’ultima cena. Don Occhipinti spiega: “Gesù, finita la cena, indossò un grembiule e prese un catino di acqua e cominciò a lavare i piedi tra l’incredulità dei suoi discepoli. Questo era il gesto tipico di uno schiavo (i servi quando accoglievano gli ospiti che venivano da lontano, usavano lavargli i piedi per pulirli e per dare sollievo), quindi è questo il simbolo dell’umiltà. Dopo la lavanda dei piedi, Gesù consegnò ai discepoli il comandamento dell’Amore dicendo “Amatevi gli uni e gli altri come io ho amato voi”. Ed è questo il comandamento che ognuno di noi deve sforzarsi di seguire”. A partecipare anche uno dei componenti dell’associazione di clownterapia Ci ridiamo su che, in “abiti borghesi”, ha aiutato don Occhipinti ad espletare le procedure della cerimonia. Per ciascuno dei partecipanti al rito questo momento ha assunto un significato particolare e commovente. Grande entusiasmo per tutti i ragazzi dell’associazione che hanno avuto modo di sentirsi protagonisti e messaggeri di Dio. I diversamente abili dell’associazione Alba Chiara hanno poi animato l’offertorio. Dopo la celebrazione “In coena domini”, don Occhipinti ha fatto girare tra i fedeli il Santissimo sacramento e l’Eucarestia consacrata che ha infine riposto nel tabernacolo per l’adorazione, così come fece Gesù nella sua ultima cena quando andò nell’orto degli ulivi per vegliare e pregare. Domani, Sabato santo, alle 20, sempre nella cappella dell’ospedale, ci sarà la veglia pasquale con la partecipazione dei medici, degli operatori sanitari e dei componenti della cappellania ospedaliera. Gli stessi, poi, animeranno la santa messa solenne della domenica di Pasqua in programma il 16 aprile alle 10.

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