È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
GUERRA IN FAMIGLIA
01 Feb 2017 11:48
Non di rado capita che vi siano delle lotte all’interno della stessa famiglia e quando si ricompongono la famiglia, almeno formalmente, resta quale organismo individuabile, Se poi la lotta è frontale e senza esclusioni di colpi di quella famiglia, ma solo per poco tempo, rimane, solo il nome.
Lo stesso sta succedendo in seno al Pd. Sono saltate le regole interne in virtù delle quali chi è minoranza dopo aver tentato democraticamente di tutto per diventare maggioranza e non essendoci riuscita alla stessa adegua il suo comportamento. In atto, all’interno del Pd, pare che questa regola non esista.
Nel corso delle elezioni europee il partito di Renzi raggiunse quasi il 41% dei voti e in un modesto e poco autorevole scritto definimmo come in prestito quel voto dato dagli elettori al Capo del governo.
E’ ben comprensibile che se un governo fa dieci c’è sempre qualcuno che lo rimprovera perché non ha fatto undici ed è ben comprensibile che tirare un carro è più faticoso che stare a guardarne le ruote. Ma ciò non comprende affatto l’errore governativo riguardante il referendum dello scorso 4 dicembre. Il contenuto del referendum era formato da tanti elementi che in una ragguardevole misura hanno confuso il votante per 2 fondamentali motivi. Molti non erano d’accordo con le modalità elettive del nuovo Senato mentre potevano esserlo per l’abolizione del Cnel e pur senza avere una esatta cognizione in che cosa consistesse il ripristino della modifica apportata al Titolo V della Costituzione seppure favorevoli all’abolizione di migliaia società partecipate. Ebbene, con la pronuncia della Consulta che ha eliminato, ritenendolo con costituzionale, il ballottaggio fra i due partiti o coalizioni che al primo turno non avevano raggiunto il quoziente minimo, si pone il problema per i concorrenti di raggiungere il 40%.
Con le ultime prese di posizione da parte del gruppo di sinistra che affianca D’Alema non appare propria scontata l’ipotesi che possa costituirsi un partito o movimento a se stante che potrebbe raccogliere per come si ritiene non meno del 10% di voti e questi, con tutta evidenza, andrebbero a diminuire le aspettative speranzose di Renzi che a tutta evidenza si atteggerebbe come un partito di centro se ancora è da considerar valida la tripartizione fra sinistra, centro e destra. Tale confusione e diatriba politica non fa che favorire i grillini che con astuta ed intelligente disciplina operativa possono raccogliere in aggiunta a quelli che hanno anche i voti di tanti elettori che si trovano sbandati e confusi per quel continuo scontro di partiti e frazioni ai quali prima davano il voto.
Renzi vorrebbe votare entro giugno ed evitare che si possa compiere l’aspettativa di cui gli interessati non parlano dei parlamentari che dopo il 15 del prossimo settembre, se sono di primo mandato, maturerebbero il diritto al vitalizio. Se,seppure brevemente espresse, sono questi gli ostacoli che si trovano davanti a Renzi, c’è da chiedersi come il Pd possa raggiungere quella soglia del 40% indispensabile per vincere le elezioni.
Una soluzione possibile, ma in atto teorica, è ventilata per come poggiante su un accordo con Forza Italia che a sua volta non trova un accordo facile ed aggregante con la Lega e Fratelli d’Italia. Ma se così si dovesse verificare, c’è veramente da chiedersi se quella parte del Pd vicina a Renzi dovesse rimanere ferma e compatta per accettarne l’accordo.
Fra pochi giorni sapremo se si realizzano quelle ipotesi di reale spaccatura all’interno del Pd e se i loro protagonisti hanno dimenticato quell’intelligente e lucida espressione che si reputa fosse stata espressa da Andreotti che in poche parole consegna all’interlocutore una verità da tutti fatta nello svolgimento dell’attività politica: “ Il potere logora… chi non c’è l’ha..”
Politicus
© Riproduzione riservata