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Grazia presidenziale: Mattarella firma cinque atti di clemenza. Ecco chi sono i beneficiari tra cui chi è detenuto in Sicilia
22 Dic 2025 20:53
Dal “killer pietoso” all’ex calciatore diventato scafista per caso: le storie dietro la decisione del Quirinale
Cinque decreti di grazia, cinque storie profondamente diverse, un unico atto di clemenza che riaccende il dibattito pubblico su giustizia, pena e umanità. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato cinque provvedimenti di grazia, ai sensi dell’articolo 87 della Costituzione, dopo il parere favorevole del Ministro della Giustizia al termine della prevista istruttoria.
Tra i beneficiari figurano casi destinati a far discutere l’opinione pubblica: un uomo che uccise la moglie malata terminale, un giovane ex calciatore condannato per una strage di migranti, ma anche condanne minori, legate a evasione, truffa e droga. Decisioni che raccontano una giustizia che guarda non solo al reato, ma anche alla storia personale, al percorso di recupero e al tempo trascorso.
Il caso più delicato: Franco Cioni e l’omicidio della moglie malata
Tra le grazie più significative c’è quella concessa a Franco Cioni, nato nel 1948, condannato a sei anni, quattro mesi e venti giorni per l’omicidio volontario della moglie, affetta da una malattia in fase terminale. L’episodio risale all’aprile del 2021.
Mattarella ha concesso la grazia totale per la pena residua – cinque anni e sei mesi – tenendo conto delle gravi condizioni di salute del condannato, del perdono espresso dalla sorella della vittima e del contesto umano e affettivo in cui maturò il delitto: una relazione lunga cinquant’anni segnata dalla sofferenza estrema.
Hamad Abdelkarim, “scafista per sbaglio”
Altro caso emblematico è quello di Hamad Abdelkarim, nato nel 1995, condannato a trent’anni di reclusione per concorso in omicidio plurimo e violazione delle norme sull’immigrazione per fatti avvenuti nel 2015.
La grazia concessa è parziale e riguarda una parte della pena ancora da espiare. Il Capo dello Stato ha valutato la giovanissima età al momento dei fatti, i dieci anni già trascorsi in carcere, il percorso di recupero riconosciuto dal magistrato di sorveglianza e il contesto “particolarmente complesso e drammatico” della vicenda.
Un passaggio cruciale arriva anche dalla Corte d’Appello di Messina che, rigettando la revisione per ragioni procedurali, aveva sottolineato come l’unico strumento per ridurre lo scarto tra colpa morale e pena legale fosse proprio la grazia.
Evasione che non era reato: la grazia a Bardhyl Zeneli
Ha beneficiato della grazia totale anche Bardhyl Zeneli, nato nel 1962, condannato a un anno e sei mesi per evasione dagli arresti domiciliari. In questo caso, i pareri favorevoli di magistrato di sorveglianza e procuratore generale hanno evidenziato che il fatto contestato non integrava realmente il reato di evasione.
Truffa occasionale e vita ricostruita: il caso Ciappei
Per Alessandro Ciappei, nato nel 1974, condannato a dieci mesi per una truffa commessa nel 2014, la grazia riguarda la pena residua di nove mesi e tre giorni. Determinanti sono stati la modesta gravità del fatto, l’occasionalità della condotta, il lungo tempo trascorso e il fatto che il condannato vive e lavora all’estero, dove ha ricostruito la propria vita.
Droga, pena già scontata e difficoltà economiche
Infine, Gabriele Spezzuti, nato nel 1968, condannato per reati legati agli stupefacenti commessi nel 2005. Dopo aver già espiato la pena detentiva, restava una multa di 80mila euro, oggetto della grazia concessa dal Presidente, valutando il tempo trascorso, l’assenza di nuove condotte illecite e le disagiate condizioni di vita.
I numeri della clemenza nel secondo mandato
Nel suo secondo mandato, Sergio Mattarella ha concesso 27 grazie su 1.507 pratiche esaminate. Ben 1.020 richieste sono state rigettate, mentre 240 sono state archiviate per palese mancanza dei presupposti. Numeri che mostrano come l’atto di grazia resti uno strumento eccezionale, usato con estrema cautela.
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