GRAN PARTE DEI LAUREATI ALL’ESTERO HANNO RINFORZATO IL SISTEMA PRODUTTIVO

Il XIV Rapporto Almalaurea certifica che a pagare il prezzo più alto della crisi sono sempre i giovani, e i neolaureati non fanno eccezione. Meno occupati laureati, dicevamo, e meno occupati in settori ad alta specializzazione. Un dato in controtendenza, quest’ultimo, rispetto al complesso dei paesi dell’Unione Europea probabilmente motivato dal fatto che una parte dei laureati emigrati dall’Italia sono andati all’estero a rinforzare l’ossatura dei sistemi produttivi dei nostri concorrenti. Dal nostro paese vanno via soprattutto i lavoratori migliori, quindi. Secondo il consorzio interuniversitario, cha ha coinvolto nel suo studio circa 400 mila neo laureati, la disoccupazione dei laureati con laurea triennale è passata dal 16% del 2009 al 19% del 2010. Stesso incremento per i laureati specialistici, il cui tasso di disoccupazione è passato dal 18 al 20 per cento. Nessuno scampo neanche per i laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza, per loro la disoccupazione è aumentata dal 16,5 al 19%.

La condizione occupazionale e retributiva dei laureati resta però migliore di quella dei diplomati di scuola secondaria superiore. L’Istat infatti mostra come nell’intero arco della vita lavorativa i laureati abbiano presentato un tasso di occupazione di oltre 11 punti percentuali maggiore rispetto ai diplomati. E ancora anche la retribuzione ha premiato i titoli di studio più alti. Il salario dei laureati in età tra i 25 e i 64 anni risulta più elevato del 50% rispetto a quanto percepito dai diplomati di scuola secondaria superiore. Si tratta di un differenziale retributivo in linea con quanto rilevato in Germania, Regno Unito e Francia. Affinché i vantaggi complessivi della laurea continuino a essere tali occorre intervenire su investimenti e valorizzazione del capitale umano. Note negative giungono però dal divario territoriale tra Nord e Sud. L’occupazione dei laureati specialistici del 2007 residenti al Nord, a un anno dalla conclusione degli studi, era superiore di 13,5 punti percentuali rispetto ai colleghi residenti nel Mezzogiorno, nel 2010 tale divario è lievitato a 17 punti percentuali. Contemporaneamente la disoccupazione, che fra i laureati residenti al Sud era superiore di 11,7 punti percentuali rispetto ai residenti al Nord, ha visto il divario crescere raggiungendo 17,8 punti percentuali. Non va bene neanche nel raffronto sulle retribuzioni. Al Nord la retribuzione per i laureati del 2008 era superiore dell’8,2% rispetto a chi lavorava nel Sud, una disparità che è lievitata fino a raddoppiare fra i laureati del 2010 (al 16,9 per cento).

 

 

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