GLI STUDENTI DEL CARDUCCI DI COMISO SPIEGANO I MOTIVI DELLA MANIFESTAZIONE

Mentre le televisioni sono piene zeppe di sempre più vergognose rivelazioni sulla vita privata del Premier, è di pochi giorni fa la notizia che il nostro Paese è stato economicamente declassato dall’agenzia di rating Standard and Poors. La crisi si fa sempre più tangibile e i già pesanti interrogativi che offuscavano il futuro di noi giovani si vanno sempre più accentuando. La risposta tardiva del governo è stato un taglia taglia generale senza riguardo per le classi a rischio. L’età pensionabile è stata innalzata, l’iva aumentata dal 20 al 21% e la maggior parte delle misure che avrebbero potuto togliere ai più ricchi sono state eliminate o riviste: il contributo di solidarietà è stato ridotto ad un contributo del 3% riservato solo a coloro i quali percepiscono un reddito oltre i 300.000 euro, le misure di lotta all’evasione fiscale sembrano più che altro un incentivazione ad evadere le tasse. Il diritto al lavoro ed il contratto nazionale sono seriamente messi in discussione dall’articolo 8 dalla manovra.

E per quanto riguarda la scuola, così tanto a cuore del nostro governo, le misure sono risibili. Non contenti dei tagli ingentissimi della riforma Gelmini, viene presentata un’ulteriore riduzione al budget destinato all’istruzione di 200 milioni di euro. Certamente da questo governo ed in particolar modo da Tremonti, burattinaio del ministro all’Istruzione, non ci aspettavamo una manovra per sanare la situazione deficitaria in cui versa la scuola, ma nemmeno un ulteriore inasprimento delle misure già prese. Il ministro Gelmini ha assicurato che questi tagli non interesseranno il personale, ma le risorse per i beni ed i servizi. Dunque una scuola pubblica più povera, con meno attrezzature, e con meno manutenzione, pulizia e sicurezza. Possiamo certamente permettercelo considerando il degrado in cui versano le scuole italiane: viviamo in un Paese in cui il 42% degli edifici scolastici non possiede il certificato di agibilità statistica e circa 10.000 necessitano interventi di manutenzione urgenti. Se non possiamo permetterci di studiare in scuole che non ci crollino addosso, è inutile e insensato spendere più di 2 miliardi e mezzo per mandare i nostri soldati in Afganistan a rischiare la vita per compiacere i potenti della Terra, come è inutile e insensato che lo Stato sborsi ogni anno 200 milioni per le pensioni d’oro di una élite senza più alcun contatto con la realtà italiana.

In un Paese con il 29% di disoccupazione giovanile, la migliore arma contro la crisi è investire nell’istruzione.

Questo è quello che vogliamo far capire agli ultrasettantenni che ci governano e che hanno scrupolo solo per le loro faccende o per quelle di qualche amico.

Vogliamo riappropriarci del nostro futuro e lo faremo, nonostante chi ci guarda preoccupato da Palazzo Chigi cerchi di impedircelo in tutti i modi.

Ora i conti li facciamo noi! Questo sosteniamo, e lo grideremo il 7 ottobre nelle piazze di tutt’Italia.

Per queste motivazioni i ragazzi del nostro istituto e del liceo artistico di Comiso hanno deciso di manifestare. Un corteo muoverà dalla sede di Via Roma del Carducci e bloccherà le strade della nostra città fino ad arrivare in Piazza Fonte Diana dove si terrà una manifestazione ed un concerto.

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