GLI ELETTORI VANNO SEMPRE E COMUNQUE RINGRAZIATI!

La foto mostra dei manifesti murali comparsi in città ora sono sei o sette giorni. Li avranno visti in molti, perché tanti ne sono stati affissi. Sono manifesti con i quali Antonio detto Peppe Calabrese ringrazia i suoi 1.173 elettori che lo hanno portato al Consiglio comunale quale primo degli eletti, e altri con i quali Salvatore Battaglia ringrazia gli “oltre 2.700” voti ottenuti nella recente competizione elettorale.

La foto scattata dalla Nikon di Hicsuntleones è particolare perché mostra come gli attacchini, almeno in questo caso, abbiano lavorato in simbiosi (al punto da far pensare, ma soltanto ai malpensanti, che la stessa squadra armata di colla e scopa abbia attaccato i manifesti dell’uno e dell’altro) e, more solito, ovunque, anche in quelli che non sono spazi destinati all’affissione di pubblici manifesti. Ma questo è fatto ormai scontato in quella che fu la civilissima Ragusa.

A parte la considerazione di ordine puramente “estetico-ambientale”, i manifesti dei due esponenti politici, l’uno del PD e l’altro dell’MPA (già Forza Italia, già Rifondazione Comunista, già Pds, già Partito Comunista Italiano) fanno riflettere sul piano squisitamente politico. Si intende dire che i due sono casi diversi. Spieghiamo meglio. Antonio detto Peppe Calabrese è stato il più votato tra gli oltre cinquecento candidati. E’ un fatto, incontrovertibile, aritmetico. Che poi siano ancora moltissimi a chiedersi come sia potuto accadere (e non è la prima volta) che millecentosettantatre elettori ragusani abbiamo potuto dare la loro fiducia a questo quarantasettenne obiettivamente, oggettivamente antipatico sul piano personale (fermo restando che sul piano politico possa anche essere un mostro, il prossimo deputato regionale del centrosinistra ragusano, il prossimo deputato nazionale del Pd ragusano) è cosa diversa. Ci si chiede, insomma, come si possa votare per un signore che si dichiara di sinistra (non sappiamo se addirittura anche “comunista”, parola divenuta, in epoca berlusconiana, quasi proibita, da pronunciare sottovoce) per poi viaggiare su un SUV della BMW (e la cosa, agli occhi di Hicsuntleones, non ha alcuna importanza mentre la assume la sua bella importanza agli occhi dei poveri cristi che ancora credono alla rivalsa sociale per il tramite del voto ai rappresentanti della sinistra). Ci si chiede, in sintesi, come possa Calabrese polarizzare voti quando passa intere legislature a litigare su tutto e tutti con toni sempre molto accesi verso la maggioranza (e del resto, se fosse questa la tattica per fare messe di voti il contrapposto, Fabrizio Ilardo, dovrebbe essere eletto con lo stesso numero di voti di Calabrese e invece è terzo dei non eletti del PDL dopo anche Bitetti, assessore uscente tra le persone all’apparenza più miti dell’ambiente).

Come che sia, Calabrese ha quasi milleduecento voti. Complimenti, e bene ha fatto a stampare il manifesto, anche per ricordare che il suo antico mentore, quel suo cugino che fu senatore e deputato regionale e adesso è il vice-presidente del Consorzio Universitario, sembrerebbe aver abdicato dal ruolo di leader del Pd ragusano (si potrebbe aprire a questo punto, ma promettiamo di non farlo, un discorso relativamente alla enorme differenza tra gli ascendenti di Calabrese, tutta gente, lo stesso Battaglia e ancora di più Giorgio Chessari e Pippo Tumino, dallo spessore enormemente diverso dall’attuale segretario cittadino, e non è un fatto di BMW).

Veniamo al simpatico Battaglia, si intende Salvatore, il candidato a sindaco dell’MPA. Lui i manifesti li ha stampati per ringraziare di avere avuto oltre 2.700. E quindi? E allora? È stato terzo di tre candidati, distanziato di migliaia di voti dagli altri due, e ringrazia. Dimostra certamente buona educazione oppure senso dell’humor, o forse entrambe le cose. Ma cosa ne pensano i maggiorenti del suo partito, pardon, movimento che vuole la Sicilia sopra ogni cosa? Se io fossi Mimì Arezzo (per non dire di Raffaele Lombardo, che da Presidente della Regione ha ottenuto – nel capoluogo più ricco di Sicilia – il 5% dei voti) penserei davvero su cosa sarebbe successo se si fosse candidata l’architetto Silvia La Padula. Una sconosciuta, dissero i critici di quella proposta. Ed invece Battaglia, conosciutissimo, con manifesti su tutti i muri della città, con suo figlio che lo appoggiava passando disinvoltamente in un ruolo che non è propriamente quella della sinistra pura nella quale si vantava di collocarsi solo qualche mese fa in interviste rilasciate a testate locali?

Battaglia ha preso oltre 2.700 voti, quanti Calabrese e il Carneade consigliere di quartiere il cui volto sconoscono i più che era “appoggiato” da Ciccio Barone. Insomma, sarà educato e simpatico il buon Battaglia che ha voluto a tutti i costi candidarsi a sindaco, ma i soldi per i manifesti di ringraziamento poteva anche risparmiarli.

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