Giustizia per Rosario Cerruto il carabiniere modicano ucciso nel 1985. La chiedono i suoi ex commilitoni assieme alla benemerenza civica

Brutalmente assassinato nel Dicembre del 1985 di ritorno in Sicilia, all’altezza di Sala Consilina, la storia che vi raccontiamo è quella del carabiniere modicano Rosario Cerruto.
Le informazioni raccolte attraverso la famiglia sono poche e non fanno chiarezza sull’accaduto del dicembre del 1985.
Da quanto è stato appreso dalla nipote Giusy Cerruto: Lui amava sorprendere i propri cari, con improvvisi e non programmati rientri a casa, naturalmente, quando le disposizioni di servizio glielo consentivano.

Dai ricordi viene fuori un racconto molto triste, riferimenti sentimentalmente stratificati, riportati, raccontati per sentito dire, in cui i ruoli si trasformano e mutano continuamente, esaminando oggi, nei diversi punti di analisi, rimane il dubbio e l’amarezza, come sempre il dubbio è l’anticamera della verità, riflessioni morali, antagoniste e al tempo stesso, oggi, grottesco per le tecniche di indagine.

Ricevette il beneplacito per una licenza breve nel periodo natalizio di quel lontano 1985 e, approfittando del mezzo proprio decise di rientrare in Sicilia come di solito faceva, percorrendo l’autostrada del sole.
Rosario era un giovane Carabiniere che amava tanto il suo lavoro, tanto da mettersi in viaggio con la divisa di ordinanza.
In quel periodo prestava servizio nell’Arma, in Calabria, un cugino tale Carmelo Cerruto e quindi, considerato che nessuno sapeva del suo ritorno a casa, non aveva problemi di tempo, pensò che l’occasione era buona per fermarsi e salutare il cugino.
Chiaramente queste sono sempre conclusioni e ricostruzioni fatte dalla famiglia, poiché è stato trovato in divisa privo di vita, in una piazzola di sosta fra Sala Consilina e Pola, dopo due giorni dalla partenza dalla Stazione dei Carabinieri in Toscana dove prestava servizio, quindi, è una narrazione ricostruita, se ne sconosce il reale sviluppo dell’episodio.

Da una testimonianza, un contadino, incuriosito dalla permanenza di due giorni di sosta della stessa macchina decise di chiamare la Polizia.
Le Autorità di Sala Consilina riferirono ai parenti, che, Rosario era stato ucciso con un solo colpo di arma da fuoco e che gli aveva perforato l’involucro del cuore.
A quanto oggi è dato sapere, viene fuori che Rosario Cerruto abbia reagito a quanto stava subendo, tanto che non si ritrovò più, né la pistola di ordinanza, né le chiavi della macchina.

Non si sa chi condusse le indagini, né tanto meno letto i verbali delle indagini fatte dalle autorità competenti del territorio, quindi non possiamo che raccontare i fatti opprimenti e insostenibili della scomparsa.

Questo nuovo ciclo, mira a sviluppare i trascorsi del proprio vivere da quel lontano 1985, degli scenari di riferimento a questa storia, una divagazione inedita di visioni che esemplificano l’evolversi di funzione del nostro pensiero, seguendo in una pur ampia panoramica, l’archivio della memoria, per il tempo trascorso, reggere quel ricordo, un consuntivo narrato e memorizzato da una giovane ragazza e dai parenti dopo più di trenta quattro anni.

Oggi possiamo farci solo una domanda: Sé avesse avvisato della sua partenza le cose sarebbero andate diversamente?

Oggi dopo quarant’anni i colleghi del Coordinamento del gruppo del 75° Corso A.C.A. Campobasso 1979 di Giorgio Cerruto vogliono rendere giustizia e ricordare una vita intera, fatta di sacrifici, rigore, privazioni, sofferenze, alternando alti e bassi  e chiedono a Sindaco di Modica se ancora oggi ci fossero le condizioni per inserire il collega Rosario Cerruto nel registro degli uomini giusti del comune di Modica ed eventualmente proporre al consiglio comunale di intitolare qualcosa in memoria di questo giovane Carabiniere, una Benemerenza civica ad un appartenente alla Benemerita Arma dei Carabinieri.

La richiesta avanzata al Sindaco di Modica parte dal 2016, alla Legione dei Carabinieri Sicilia che ha sede a Palermo.
Ci racconta tutti i dettagli uno dei colleghi di Cerruto Paolo Tomasino, in questa missiva che pubblichiamo con vero piacere e che speriamo, avendo dato la stura a questo articolo, serva, assieme alle iniziative che si intendono intraprendere a fare giustizia attorno ad un caso mai risolto.

“Il nostro commilitone Salvatore Amico, si recò nella sopra citata sede, per completare liter burocratico per la sua prossima quiescenza. Fu allora che rincontrò due commilitoni che prestavano servizio in quella sede e insieme decisero di passarsi i contatti dei commilitoni con cui erano rimasti in contatto per iniziare la ricerca. Il 29 Aprile del 2017 ci radunammo a RANDAZZO in provincia di Catania.
Trentotto anni dopo. Tanti ne passarono da quando c’eravamo salutati l’ultima volta, alcuni giorni prima di Natale di quel lontano1979, alla fine del corso di studi di allievi Carabinieri Ausiliari, alla Scuola Allievi Carabinieri di Campobasso. Da settembre a Dicembre di quell’anno, a Campobasso, frequentammo con profitto il 75° Corso per allievi Carabinieri ausiliari. E così, dopo tanto tempo, ci siamo finalmente rivisti tutti, con famiglie al seguito, nella ridente cittadina sulle falde settentrionali dell’Etna, Randazzo, dove siamo stati accolti dal Sindaco della città, Michele Mangione, il quale anche lui ha rivelato essere membro della grande famiglia dell’Arma dei Carabinieri, in quanto il padre, per tanti anni e sino alla pensione, ne fu apprezzato e stimato graduato. Quasi tutti coloro che all’epoca facevamo parte della Settima Compagnia, anche se diversi di noi ci siamo trovati a svolgere altri lavori, ci siamo ritrovati insieme, per ben due giorni, a rivivere i momenti belli e spensierati, vista anche la giovane età, passati all’interno della scuola. Fù anche occasione per ricordare, con una Messa di suffragio celebrata nell’artistica Basilica di Santa Maria, sempre a Randazzo, alcuni dei commilitoni caduti e scomparsi, come di seguito citeremo, Rosario Cerruto, per i fatti che ti ho narrato per le vie brevi. Al raduno era presente il Generale di Divisione Claudio Vincelli, oggi Comandante della Divisione Unità Specializzate Carabinieri, ed il prof. Walter Schettino, oggi docente universitario, allora anche lui giovane Ufficiale Istruttori nel corso di formazione, che hanno dato lustro all’evento. Inoltre c’era presente il capitano Alessio Perlorca comandante della Compagnia di Randazzo, accompagnato dai Luogotenenti Carlo Guarnaccia e dal Luogotenente Salvatore Laudani, entrambi componenti del 75° Corso, in servizio alla compagnia di Randazzo ed infine Salvatore Lentini, comandante della locale Stazione Carabinieri. I numerosi partecipanti con famiglie al seguito, per circa 150 persone, provenienti da ogni dove, da tutte le parti della Sicilia, molti dal nord Italia e persino qualcuno dall’Estero, siamo stati ricevuti nella Sala Consiliare del Comune di Randazzo dal Primo cittadino, prof. Michele Mangione, il quale, dopo averci accolto e salutato, ci ha personalmente accompagnati per un breve giro turistico della bella, antica ed artistica cittadina etnea. La Domenica 30 Aprile, durante la Celebrazione Eucaristica, nella Basilica di S. Maria, alla presenza dei parenti abbiamo ricordato i Carabinieri non più presenti: Rosario Pietro Giaccone, vittima di agguato mafioso a Palermo il 17 novembre 1986, insignito di medaglia d’oro al merito civile. Rosario Cerruto anche lui caduto in servizio in una piazzola di sosta fra sala Consilina e Pola. (di MODICA) Gli scomparsi, Francesco Testaverde, Vincenzo Politi e Pietro Mazara. Alla fine ci fù il tradizionale scambio di doni tra il Sindaco della città, Michele Mangione, ed il Generale di Divisione Claudio Vincelli. La Seconda fase fù il 25 Novembre, sempre dello stesso anno, caratterizzata dalla commemorazione dei Carabinieri Rosario Pietro Giaccone, Rosario Cerruto, Francesco Testaverde, Vincenzo Politi e Pietro Mazara; in presenza di Sua Eccellenza il Generale di Corpo D’Armata, Ilio Ciceri, Comandante Interregionale Carabinieri “Podgora”, oggi, anche, Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, anche Lui a quel tempo giovane Ufficiale Istruttore Comandante di un plotone alla 7^ Compagnia, del signor Generale di Divisione Claudio Vincelli, Comandante della Divisione Unità Specializzate Carabinieri, del signor Generale di Brigata Riccardo Galletta Comandante della Legione Sicilia e di tutti i comandanti Provinciali dell’Arma dei Carabinieri presenti in Sicilia; inoltre, ci onorò della sua presenza Sua Eccellenza il Prefetto di Palermo, il Questore di Palermo e una rappresentanza della Guardia di Finanza. Presentammo un volume con le prefazioni dei nostri Comandanti e della Direttrice del Museo Riso Dott.ssa Valeria Li Vigni e le Biografie dei componenti del 75 corso A.C.A. dal titolo: Nello Spirito del Tempo, L’Amicizia, L’Identità Siciliana e la Legalità, Valori non Negoziabili. Quel giorno oltre alla presentazione del Catalogo nella sala Kunellis, sala espositiva del Museo Riso, ci fù un Seminario sulla legalità. Per la terza fase abbiamo in programma un raduno di tutti i componenti di quel formidabile corso, il 21 e 22 settembre 2019, nella città di Modica, sperando sempre in una partecipazione dei nostri Ufficiali Istruttori, per ribadire quanto ci stia a cuore il nostro Commilitone Rosario Cerruto, giacché, auspichiamo per lui il giusto riconoscimento, dalle autorità civili della città di Modica, visto che lui li nacque e visse tutta l’infanzia, fino all’arruolamento del 21 Settembre 1979. Il Coordinamento del gruppo del 75° Corso A.C.A. Campobasso 1979, ha richiesto al signor Sindaco della città di Modica una Benemerenza civica per il nostro collega Rosario Cerreto”
Paolo Tomasino

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