GIOCO D’AZZARDO: UN CANCRO SOCIALE

 Il gioco rappresenta una forma di attività che contraddistingue universalmente i viventi in misura proporzionale al loro grado di sviluppo intellettivo ed in particolare l’uomo. Accanto alle componenti più propriamente ludiche di puro intrattenimento, simulazione, addestramento, anticipazione di situazioni collegate alla realtà, sono noti aspetti problematici collegati al gioco sotto forma di comportamenti compulsivi, dipendenza, assunzione di quote inadeguate di rischio, disgregazione degli impulsi, compensazione di aspetti disarmonici della personalità del gioco (GIOCO PATOLOGICO). Gli psichiatri definiscono  il ‘gioco d’azzardo patologico’ come un comportamento persistente, ricorrente e maladattivo, che compromette le attività personali, familiari e lavorative.

 

Solo vent’anni fa l’OMS ha identificato nel Gambling una specifica patologia che è stata riconosciuta nello stesso manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM) inserita in un’area, quella relativa al non controllo degli impulsi, con innegabili analogie con il tema delle dipendenze. E’ in crescente aumento il numero delle persone direttamente interessate o i loro familiari che chiedono aiuto ai servizi, a professionisti o a volontari per questo “nuovo e incomprensibile“ problema. Di fronte a tale recente e improvvisa emergenza sia a livello nazionale che locale ci troviamo piuttosto impreparati su più piani. Mancano studi di impatto sociale, manca un’organizzazione di risposte adeguate e diffuse su tutto il territorio.

 

La già attuale gravità è fortemente fomentata da una politica statale che  in modo sempre più spregiudicato favorisce ed incrementa le occasioni di incontro, anche da parte di adolescenti ed in qualunque posto e senza alcune regole, se non quelle del rispetto della legge vigente, tra l’individuo, con tutte le sue difficoltà e precarietà, e la “macchina che genera speranza di cambiamento” (IL GIOCO) determinando un impatto che per molti è e sarà sempre più patologico e mortifero.

 

Il confine fra il gioco normale e quello patologico sta tutto nel fatto che il giocatore d’azzardo va decisamente oltre la propria volontà, non riuscendo a sottrarsi a questa spinta che sente dentro di sé e, quando lo fa, sta male perché ha segni di astinenza, così come per le altre forme di dipendenza : aggressività, sbalzi d’umore, ansia, attacchi di panico, ecc.

 

Ecco alcuni suggerimenti che secondo Sel di Vittoria potrebbero essere inseriti nel testo di Legge che il Senato e la Camera dei deputati dovrebbero accingersi a varare:

 

1)    Impegnarsi non sponsorizzare eventi di qualsiasi genere in cui siamo presenti minori di 18 anni;

2)    Impegnarsi a proibire la pubblicità verso nuovi giochi;

3)    Obbligo ad esporre in modo visibile cartelli nei locali adibiti al gioco in cui si evince chiaramente che non è possibile giocare sotto i 18 anni;

4)    Obbligo ad esporre in modo visibile nei punti gioco cartelli con la descrizione chiara dei primi segni di gioco d’azzardo patologico;

5)    Attivarsi per concentrare in pochi punti per ogni città i posti in cui è possibile giocare;

6)    Attivare strategie molto più rigide per l’accesso ai siti on line al fine di scongiurare ed impedire l’accesso ai minori (per esempio utilizzare la patente di guida od altro documento utile che possa indicare l’età del giocatore);

7)    Pretendere da parte dei gestori delle sale giochi un corso di aggiornamento per gli operatori di sala al fine di riconoscere i segni dell’azzardo;

8)    Spendere una parte dei proventi per ripianare le economie locali che devono fronteggiare i drammi sociali lasciati dai giocatori patologici.

 

(s.v.)

 

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