Giacimento di metano nel sottosuolo ragusano. Mistero sulle dimensioni, ma è subito disponibile

Nel sottosuolo della provincia di Ragusa è stato rinvenuto un altro giacimento di metano, disponibile in poco tempo sul mercato, una volta ottenute le autorizzazioni. Un evento non di poco conto, visto lo scenario energetico internazionale e l’attuale bassa produzione nazionale, che riesce a coprire soltanto il 4,8% dei consumi.
Non c’è ancora certezza sulla dimensione del serbatoio naturale di gas. “E’ il più grande d’Europa”, come ha ipotizzato l’ex dirigente del dipartimento Energia della Regione Sicilia, Tuccio D’Urso, in un recente convegno? Per stabilirlo bisognerà attendere il completamento dei rilievi geo-fisici, atteso entro febbraio.

Il permesso di ricerca

A condurre i sondaggi è la Maurel et Prom Italia srl, sussidiaria italiana della Etablissements Maurel et Prom SA, società con sede a Parigi e ufficio periferico a Ragusa, in via Antonio Montinaro. “Non siamo autorizzati a rilasciare dichiarazioni”, ha risposto un interlocutore alle domande di ragusaoggi.it.
Maurel et Prom è stata autorizzata a sondare i terreni da un decreto del dipartimento Energia della Regione Siciliana emesso nel febbraio 2018. Nel proprio sito internet, la società dichiara di essere “titolare di un permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in Sicilia, denominato ‘Fiume Tellaro’, che si estende per circa 660 Kmq tra le province di Ragusa, Catania e Siracusa. L’obiettivo del programma lavori della società per il periodo 2018-2022 è quello di portare a termine il rilievo geofisico 2D / 3D dell’intero territorio del Permesso, e successivamente di individuare le aree idonee alla perforazione di 3 pozzi esplorativi.”

Il metano è nel ragusano

Il giacimento di metano si trova in un’area ristretta del territorio ragusano. Le ricerche eseguite anche nel netino e nel calatino, infatti, hanno dato esito negativo.
Durante il convegno su “Ragusa città del petrolio”, a fine ottobre scorso, l’ex dg della Regione Tuccio D’Urso, ha dichiarato che “dopo due anni di lavoro e di interpretazione dei dati raccolti e dopo avere speso oltre 17 milioni, la Maurel et Prom è ragionevolmente convinta di avere trovato uno dei più importanti giacimenti di metano d’Europa ma, incredibilmente, pare non interessare a nessuno, ad iniziare dalla politica siciliana, passando a quella nazionale, alla società petrolifera nazionale, ai sindaci dei comuni interessati. Incredibile ma vero.”  

Il Governo nazionale vuole più gas

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un’intervista pubblicata mercoledì sul Messaggero ha ricordato che le ultime misure approvate dal governo hanno l’obiettivo “di incentivare la produzione delle fonti rinnovabili e aumentare la produzione nazionale di gas metano. Azioni che consentiranno la riduzione dei prezzi dell’energia per le nostre famiglie e per le imprese”.
Tra queste misure c’è anche il decreto Energia e sicurezza, che prevede tra l’altro importanti misure per incentivare la produzione delle fonti rinnovabili e aumentare la produzione nazionale di gas metano. “Queste azioni – continua il ministro – consentiranno la riduzione dei prezzi dell’energia per le nostre famiglie, per il settore produttivo e industriale, per garantire nuove opportunità all’intero sistema Italia”.

Lo scenario

Si punta a sbloccare le trivellazioni dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia per avere subito 2,5 miliardi di metri cubi di gas entro il 2025 e 15 miliardi di metri cubi entro il prossimo decennio, in modo da ridurre la dipendenza dalle forniture estere, esposte principalmente alle crisi russo-ucraine e libiche. Nell’Isola sono attesi oltre un miliardo di metri cubi l’anno di metano dai pozzi “Argo” e “Cassiopea” nel Canale di Sicilia. Altre otto concessioni sono sparse fra Friuli, Emilia, Abruzzo e Basilicata.

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